Castillo de Alpuente
Comunitat Valenciana
Provincia di València
Comune di Alpuente
Documentazione fotografica
Comunitat Valenciana; resti del "Castillo de Alpuente"
Alpuente visto dalla pianura:
Torre de la Veleta o del Homenaje
Presidio al castello
Iglesia Nuestra Señora de la Piedad
La Torre dell'Aljama: la porta d'ingresso al recinto murato che fungeva, in caso di pericolo, da rifugio e difesa per gli abitanti fuori le mura.
Panorama da Alpuente
Descrizione
Tipologia:
Origini:
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Il castello di Alpuente dovrebbe essere sorto nel X secolo come fortezza inespugnabile di grande valore strategico-militare e di controllo del territorio.
Struttura:
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Il Castello di Alpuente sorge su una roccia che domina il paese, occupando un'area di circa 250 metri di lunghezza per 16 di larghezza.
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Questo masso roccioso su cui sorge ha nella parte orientale pareti verticali che si tuffano per 150 metri nello stretto letto del Reguero, mentre sul lato della città
la roccia verticale si erge per 50 metri.
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Sono ancora visibili alcuni tratti della sua cinta muraria con basamenti di torri e varie costruzioni ausiliarie, cisterne, ecc.
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La parte meglio conservata è la parte meridionale, nei pressi della chiesa parrocchiale, dove spicca una grande torre, detta "de la Veleta", di solida costruzione a
conci e con essa è sopravvissuta anche gran parte dell'insieme dei sotterranei e dei corridoi scavati sotto la fortezza.
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Al castello si accede tramite una rampa che pare fosse in origine larga più di 3 metri e la pavimentazione ben stesa avrebbe consentito il passaggio della cavalleria
e di piccoli carri.
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Sul lato nord si trova il fossato e ciò che resta della porta medievale ancora in uso nell'Ottocento.
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Ci sono anche resti di sartiame del periodo del Califfato che indicano che in precedenza esisteva un sistema difensivo che bloccava il passaggio.
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Si apre poi un'area spianata che, a sinistra, prosegue attraverso la parte bassa del castello, questa zona è caratterizzata da un susseguirsi di strutture sotterranee
addossate al muro musulmano, che è stato arricchito con una nuova costruzione tardomedievale.
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All'esterno del recinto di fortificazione, alla base della roccia su cui sorge il castello, si trovano sei vasche semisferiche, scavate nella roccia e bocciardate,
che forse servivano per la fabbricazione di munizioni.
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La cinta muraria, che un tempo divideva la città in due metà, si estendeva sul versante occidentale del paese, per circa 600 metri e aveva quattordici torri spesse
dai sei agli otto metri, di cui restano solo ruderi.
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La torre meglio conservata è l'Aljama, riedificata nel periodo cristiano medievale, oggi occupata dal municipio, che costituiva la principale porta d'ingresso alla
cinta muraria che fungeva da rifugio, in caso di pericolo, per gli abitanti fuori le mura.
Conservazione:
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Di questo castello è poco quello che si è conservato:
- resti della cinta muraria con le fondamenta di alcune torri,
- resti di stanze interne e le volte dei locali sotterranei,
- altri ruderi sparsi sulle pendici del monte.
Storia:
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Accettando l'identificazione delle strutture più antiche di epoca musulmana, il castello di Alpuente potrebbe essere sorto nel X secolo.
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Una fortezza inespugnabile, di grande valore strategico-militare e di controllo del territorio.
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Anche dopo la dipartita dei mussulmani la fortezza continuò ad essere utilizzata grazie alla sua posizione strategica di confine tra i regni di Aragona e Castiglia,
partecipando alle guerre dell'Unione del XIV secolo che ne fecero teatro di diversi scontri che si protrassero sino al XV secolo.
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Dopo la guerra di successione e l'arrivo dei Borboni, Filippo V, per rappresaglia decise di distruggere il castello, reo di aver sostenuto il rivale austriaco della
Casa d'Asburgo.
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Il castello venne poi ricostruito durante le guerre carliste.
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Dopo questi combattimenti ne fu nuovamente ordinata la demolizione per evitare che venisse nuovamente utilizzato come roccaforte dalle truppe rivali.
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Nel 1835, nonostante la parte superiore del castello fosse stata smantellata, Alpuente fu occupata dalle truppe carliste di Cabrera.
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Le truppe si insediarono nei tunnel del sottosuolo e migliorarono le difese, costruendo quattro batterie nella cosiddetta cittadella e resistettero all'assedio delle
truppe del generale liberale Azpiroz.
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Durante l'assedio furono distrutte molte case e una parte importante della chiesa.
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A causa di tutte queste vicissitudini, il castello è giunto sino a noi in uno stato di deplorevole rovina, avendo perso molti dei suoi elementi, sebbene il suo aspetto
sia ancora imponente.
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Queste azioni belliche che portarono alla quasi distruzione della fortezza, furono aggravate dal passare del tempo e dall'uso dei suoi materiali per costruzioni private.
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