Castello Visconteo di Voghera
Regione Lombardia
Provincia di Pavia
Comune di Voghera
Documentazione fotografica
Angolo Nord/Est
Lato Est - Torre centrale (pseudo rivellino) con entrata al castello
Angolo Sud/Ovest
Lato Ovest (l'entrata probabilmente è stata aperta quando il castello non aveva più funzioni difensive)
Gli scassi dei bolzoni del passo carraio e della posterla (passerella pedonale con un solo bolzone con forcola) parzialmente murata.
Descrizione
Tipologia:
- Castello visconteo di pianura.
Struttura:
- Castello a pianta quadrata inizialmente circondato da fossato, con torri angolari e torre centrale (Pseudo rivellino) a protezione dell'entrata.
La torre centrale,
dotata originariamente di ponte levatoio carraio e posterla pedonale, ha ancora ben visibili gli scassi dei bolzoni, anche se quello della posterla è stato parzialmente
murato.
- Il complesso presenta un cortile interno circondato da una serie di portici dotati di archi a sesto acuto su tre lati e da una parete murata sul lato restante.
- Nel 1604 il castello viene descritto con sei torri, molti alloggi e un giardino di dieci pertiche.
Le due torri intermedie, oggi non più esistenti, anch'esse
dotate di ponti levatoio, erano situate nei corpi di fabbrica meridionale e settentrionale e rispettivamente:
- a sud la porta di ingresso dalla campagna
- a nord quello dalla città.
Conservazione:
- Interamente restaurato nel 1952, è oggi sede del Museo Civico dell’Oltrepò.
Storia:
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Secondo alcuni documenti storici, l’origine del castello Visconteo di Voghera può essere posta tra l'888 e il 950 e che la fortezza fosse munita di un largo fossato e
di numerose e solide mura sostenute da torri che la circondavano.
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Si presume che già durante le invasioni barbariche l'abitato di Voghera (Iria) fosse dotato di una fortezza circondata da cinta muraria.
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Nei secoli XI e XII Voghera è munita di uno tra i castelli più potenti e solidi dell'Oltrepò, ma per ben due secoli non risulta alcuna menzione dell'edificio, si presume
a causa di numerose vicissitudini provocate dal “Monastero del Senatore” di Pavia.
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Nel 1303 Matteo Visconti afferma definitivamente la sua signoria su Voghera grazie anche alla nomina a Vicario imperiale concessa da Enrico VII e da luogo ad una
costruzione difensiva più valida e resistente.
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Nel 1361, Galeazzo II ordina a tutti i podestà delle terre del marchese di Monferrato, di far fronte alle spese di ricostruzione del castello e mette a capo dei lavori
due esperti vogheresi.
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Nel 1379, Galeazzo II procura personalmente la somma di denaro mancante per completare il progetto.
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Nel 1382 il Comune chiede al Visconti, per accentuare la propria autonomia, di pagare in proprio gli ultimi lavori di cui necessita il castello e così avviene per tutte
le sistemazioni e costruzioni sino al 1400.
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Nel marzo del 1400 il castello ospita Manuele Paleologo, imperatore d'Oriente, diretto a Milano.
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Nel 1404 il governatore o castellano è Filippo de Mangano e Filippo Maria Visconti vi soggiorna dal giugno all'ottobre del 1405.
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Dal 1415 ai primi decenni del Settecento vi è un continuo cambio di podestà della fortezza e tra i nomi di spicco troviamo la famiglia Visconti seguita dai dal Verme,
dagli Sforza, nel 1546 dai Gonzaga e nel 1593 dai Giudici.
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Nel 1635, gli abitanti del borgo di Voghera, chiudono le porte ai francesi difesi dal capitano Biagio Ferrari ritiratosi nel fortilizio con tre compagnie di fanteria
lombarda.
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Nel 1647 i francesi abbattono il torrione di mezzo che prospetta sul giardino (oggi piazza castello) e occuparono il maniero.
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Nel 1723 il marchese Don Alfonso del Pozzo è il feudatario di Voghera.
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Nel 1733 Voghera è occupata dall'Austria e ne comanda il territorio il marchese Sandricourt.
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Con il trattato di Worms del 1743 Voghera passa sotto il dominio di Casa Savoia e “Carlo Emanuele III, re di Sardegna, fa di Voghera il capoluogo della provincia
dell’Oltrepò.
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Nel 1770, dopo l'erezione di Voghera a città, l'ex fortilizio subisce rifacimenti a mura interne, finestre e merlature.
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Nel 1793 il castello è optato a raccogliere in deposito gli oggetti dell'Arsenale di Torino.
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Nel 1800 il castello è ristruttureto e successivamente convertito in palazzo.
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A partire dal 1807 il complesso, nonostante tentativi di recupero, raggiunge un livello di declino mai raggiunto prima.
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Nel 1926, dopo la prima guerra mondiale, c'è un nuovo risveglio dei sentimenti patriottici e si propone di destinare l'edificio alla memoria dei caduti.
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Nel 1935 il Ministero di Grazia e Giustizia svolge le pratiche per trasformare il castello in carcere, in sostituzione a quello esistente nel centro cittadino.
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Il 3 giugno 1952 il presidente dell'Oltrepò, sollecita l'amministrazione comunale a destinare il castello a sede del Museo Civico dell'Oltrepò.
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Nel 1997 in una delle sale del castello, si scoprono affreschi, attribuiti a Bramantino e viene realizzato il restauro delle pareti della stanza nelle quali si trovano
gli affreschi.
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Il 24 e 25 marzo 2007 vengono aperte tre sale del castello alla visita dei cittadini.
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Attualmente le sale del castello sono tutte ristrutturate.
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