Castello di Verrès
Regione Valle d'Aosta
Provincia di Aosta
Comune di Verrès
Documentazione fotografica :
Il Castello di Verrès : Vista panoramica esterna
Descrizione
Tipologia:
- Castello a struttura militare, Rocca
Struttura:
- Il castello, costruito per essere una fortezza militare, sorge su un promontorio roccioso a picco sul torrente Evançon che domina l'abitato di Verrès.
- Oltre ad essere di difficile accesso e facilmente difendibile, la sua posizione gli consentiva di controllare il paese sottostante, la valle centrale e la strada
che sale lungo la Val d'Ayas, all'epoca importante via di comunicazione.
- Il castello di Verrès venne definito dallo storico Jean-Baptiste de Tillier nella sua Historique de la Vallée d'Aoste, uno dei più solidi e inaccessibili edifici
che un vassallo abbia potuto costruite nel dominio di un principe sovrano.
- Esternamente si presenta come un austero monoblocco cubico di 30 metri di lato, circondato alla base da una cinta muraria che racchiude tutta la sommità del picco
di roccia.
- Le pareti del castello sono dello spessore di oltre 2,5 metri, in cui si aprono bifore medievali e finestre a crociera rinascimentali.
- La sommità del castello è contornata da una fila continua di beccatelli con caditoia.
- La divisione interna del complesso è semplice ed essenziale come il suo aspetto esteriore:
- Il piano terreno, oltre che dall'androne di ingresso, è composto da tre locali che circondano il cortile interno.
- Entrati nel castello ci si ritrova in un androne quadrato ricoperto da una volta a sesto acuto, su cui si aprono diverse feritoie ed una botola sul soffitto,
dalle quali bersagliare eventuali invasori intrappolati all'interno.
- Per entrare nel corpo centrale del maniero, bisogna oltrepassare un doppio portale sormontato, dal lato verso l'androne, da un arco a tutto sesto e dal lato
che dà sul cortile interno da un arco a sesto acuto e una saracinesca posta tra i due portali.
- Il cortile interno del castello è semplicemente uno spazio quadrato dal quale si accede ai due grandi saloni ai lati orientale e occidentale del maniero.
- L'apertura del tetto in corrispondenza del cortile permette una migliore illuminazione dei locali e la raccolta dell'acqua piovana nella grande cisterna sotto
di esso.
- Lo stesso pavimento del cortile è stato realizzato in pendenza in modo da convogliare tutta l'acqua verso il suo centro, dove si trova l'apertura della
cisterna, in modo da poter disporre di una riserva d'acqua, preziosa in caso di assedio.
- Il primo piano è riservato ai signori del maniero; vi si accede salendo lungo il monumentale scalone ad archi rampanti della larghezza di circa due metri che,
partendo dal cortile interno, si arrampica lungo le pareti interne dell'edificio.
- Il secondo piano rispecchia la divisione del primo piano e probabilmente era usato dai funzionari e dagli ospiti del castello.
- Una scala in legno, collega questo piano al sottotetto, probabilmente utilizzato dagli armigeri e dal personale di servizio del castello, oltre che come
deposito pietre.
- Dal sottotetto si accede al cammino di ronda che corre lungo i quattro lati dell'edificio per una lunghezza di circa 120 metri e dotato di 148 caditoie.
- Il tetto in pietra è stato completamente ricostruito negli anni ottanta.
Conservazione:
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Dopo numerosi restauri, ultimo nel 2004, il castello è completamente rinato ed è visitabile tramite visite guidate.
Storia:
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I primi documenti che attestano l'esistenza a Verrès di un castello risalgono al 1287, in cui si parla di una struttura fortificata di proprietà della famiglia De
Verretio.
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In tale periodo il controllo della zona era conteso tra il vescovo di Aosta e alcune famiglie nobili, feudatarie dei conti di Savoia: i De Turrilia, i De Arnado ed i
De Verretio.
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Questi ultimi in particolare ebbero, nel corso degli anni, aspri dissidi con il prelato, che culminarono con l'assalto alla casaforte vescovile di Issogne nel 1333.
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Verso la metà del XIV secolo i De Verretio si estinsero senza lasciare eredi e le loro terre tornarono nelle mani dei conti di Savoia, che, nel 1372, le concedettero a
Ibleto di Challant, distintosi nel ricoprire diverse cariche al loro servizio.
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Alla morte di Ibleto nel 1409 il castello e gli altri suoi beni passarono al figlio Francesco, che il 15 agosto 1424 ricevette dai Savoia il titolo di primo conte di
Challant.
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Nel 1536 Renato di Challant rinnovò l’apparato difensivo del maniero, adattandolo all’uso delle moderne armi da fuoco.
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In questa occasione venne costruita una cinta muraria munita di cannoniere, di speroni a contrafforte e di torrette poligonali da offesa, idonei all’impiego delle
spingarde e dei cannoni.
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Alla morte di Renato di Challant (1565) senza eredi di sesso maschile, il castello venne incamerato dai Savoia.
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Nel 1661 il duca Carlo Emanuele II ordinò di smantellare gli armamenti e di trasferirli al forte di Bard, punto strategico dove si concentrava la difesa della Valle
d’Aosta.
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Gli Challant riottennero il possesso della rocca nel 1696 e lo mantennero fino all'inizio del XIX secolo, per estinzione della casata.
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A quell’epoca il castello era abbandonato da quasi due secoli: il tetto, già in parte crollato, era stato demolito del tutto per evitare il pagamento del canone erariale,
così che i piani superiori furono esposti alle intemperie e invasi dalle erbacce.
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Dopo una serie di passaggi di proprietà il complesso fu acquistato per conto dello Stato italiano nel 1894 da Alfredo d'Andrade, allora sovrintendente ai monumenti del
Piemonte e della Liguria, che ne curò un primo restauro.
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Nel secondo dopoguerra il castello, dichiarato monumento nazionale, passò alla Regione Valle d'Aosta, che negli anni ottanta ricostruì il tetto in lastre di pietra.
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Nel 1994 si diede adito ad un ulteriore restauro.
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Nel 2004 il castello è sottoposto a nuovi lavori di restauro e di adeguamento degli impianti a normativa di legge, per la fruizione del pubblico.
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Dal 2007 il complesso è visitabile tramite visite guidate.
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