La Lomellina
Castello di Scaldasole
Regione Lombardia
Provincia di Pavia
Comune di Scaldasole
- Entità territoriale della Lomellina -
Documentazione fotografica
Descrizione
Tipologia:
Struttura:
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La struttura, composta da un castello e da un ricetto, venne riedificata in epoca viscontea, a cavallo tra Trecento e Quattrocento.
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Tale tipologia edilizia, unica nel panorama lombardo, è frequentissima nel vicino Piemonte.
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Il castello è un complesso edilizio, con quattro torri angolari collegate da corpi di fabbrica, un rivellino con ponti levatoio, carrabile e pedonale,
oggi sostituiti da un ponte in muratura ed un mastio posto centralmente.
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Dal castello partono altri caseggiati che racchiudono la corte del Ricetto.
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Di
particolare interesse sono:
- il portico e la loggia del castello;
- i lunghi spalti merlati alla ghibellina del ricetto;
- la cappella oratorio del cardinale Tolomeo Gallio;
- la quattrocentesca Camera Longa dove il feudatario amministrava la propria giurisdizione;
- la sala da ballo in stile Luigi Filippo affrescata nel 1846 dal Maggi, allievo dell'Appiani.
- si possono inoltre ammirare delle carrozze del XIX secolo, splendidamente conservate, un'armatura medievale ed una raccolta di armi d'epoca.
Conservazione:
- Il complesso gode di ottima salute.
Storia:
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Il nucleo originale del castello fu eretto alla fine del X secolo.
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Nel 1404 Ardengo Folperti, alto dignitario visconteo ed appartenente ad una nobile famiglia pavese, fece erigere il ricetto dagli architetti Milanino de
Saltariis, Bernardo e Martino de Soncino, assegnandogli la funzione di piazza d'arme e di rifugio popolare, mentre il castello divenne la dimora signorile.
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Nella seconda metà del secolo i marchesi Malaspina, nuovi feudatari di Scaldasole, lo abbellirono con un portico ed una loggia.
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Il complesso edilizio, con le sue sette torri medioevali, le volte e i camini rinascimentali, alcune sale ottocentesche, ospitò alcuni illustri personaggi:
- nel 1491 Isabella d'Aragona, figlia di Alfonso duca di Calabria e promessa sposa di Gian Galeazzo Sforza duca di Milano;
- nel 1497 l'imperatore Massimiliano I d'Asburgo;
- nel 1533 Carlo V d'Asburgo;
- nel XIX secolo il ministro Camillo Benso conte di Cavour e diversi altri statisti risorgimentali.
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La proprietà del castello e del feudo di Scaldasole passò dai marchesi Sannazzaro ai nobili Campeggi.
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Nel XIV secolo, ai Folperti.
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Nel 1436, la proprietà, venne trasferita da Filippo Maria Visconti, al camerario ducale messer Jñigo d'Avalos conte di Ribaldeo.
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Nel 1456 pervenne a Francesco Pico della Mirandola conte di Concordia.
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Nel 1577 fu ceduta al conte Rinaldo Tettoni, il quale la vendette al cardinale Tolomeo Gallio di Como nel 1582.
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Il cardinale Tolomeo Gallio, segretario alle lettere ed ai brevi di papa Pio IV e, successivamente, segretario di Stato di Gregorio XIII, sistemò
fastosamente il giardino e fece costruire delle bellissime scuderie, ancor oggi ben conservate.
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