Castello o Rocca di Castellarano
Regione Emilia-Romagna
Provincia di Reggio Emilia
Comune di Castellarano
Documentazione fotografica
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L'interno della Rocchetta: a sinistra la Porta della Rosa e frontalmente la Porta Cappellana
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La Porta della Rosa vista dalla Rocca
La "Osservatrice" controlla la Porta della Rosa
Descrizione
Tipologia:
Origini:
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Castellarano è un sito di importanza strategica, vanta insediamenti umani risalenti a 2000 anni a.C.
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Collegato alla storia dei Canossa dal 1039, anno in cui diventa proprietà del marchese Bonifacio di Canossa e alla sua morte passa alla figlia "Matilde di Canossa".
Struttura:
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Il complesso fortificato consiste di due parti distinte:
- la “Rocchetta”:
- Posta ai piedi della collina è un fortilizio costituente una sorta di enorme rivellino nei confronti del castello situato sulla collina.
- Occorreva entrare nella Rocchetta ed attraversare il suo angusto e ben controllabile cortiletto per salire al castello.
- La Rocchetta, articolata in tre torrioni principali, oggi denominati Torre Levatoia, Torre Cappellana e Torre della Rosa, che sovrastano le tre porte un
tempo munite di saracinesche, delle quali due sono di accesso, mentre la terza, interna e munita di piombatoie, porta al castello.
- La torre più antica è quella che affaccia sul borgo, oggi detta “della Rosa” e su di essa è ben visibile lo stemma estense relativo al duca Borso d’Este.
- Il dipinto sulla “Porta Cappellana” è copia di un affresco del XVII secolo, il cui originale è oggi conservato presso la sede comunale.
- Dalla Rocchetta, chiamata anche nei vecchi documenti “Castelletto” o “Porta”, partiva una cerchia di mura che cingevano tutto il colle.
Per accedervi occorreva superare il fossato in cui scorrevano le acque del Rio di Castellarano e attraversare la Porta con ponte levatoio.
- "La Rocca",
- il Castello vero e proprio, posto sul colle di arenaria a dominare l'intera valle.
- Pressoché distrutto da azioni belliche durante la seconda guerra mondiale e rimasto per quasi trent’anni in condizioni precarie, è stato in gran parte
ricostruito negli anni 1973-74.
- La torre dell'orologio:
- sul muro di cinta del piazzale emerge un imponente e solitario torrione di vedetta provvisto di orologio.
Conservazione:
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Il complesso dopo gli interventi ricostruttivi è in ottimo stato di conservazione.
Storia:
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Castellarano, situato nella zona bassa della valle del Secchia, vanta insediamenti umani risalenti a 2000 anni a.C.
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Il nome Castellarano è di probabile origine latina e verrebbe da "Castrum Arii" o da "Castrum Arianum" in riferimento a una colonia di Longobardi Ariani qui stanziatasi
in epoca post-romana.
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Nel 1039 Castellarano divenne proprietà del marchese Bonifacio di Canossa e alla sua morte passò alla figlia Matilde.
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Del periodo Canossiano-Matildico (X-Xll sec.), rimangono scarse tracce.
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Si sa che la Contessa Matilde possedeva a Castellarano una casa e una cappella che donò al Monastero di Polirone (S. Benedetto Po).
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Nel 1106 la Contessa affidò il governo di Castellarano al nobile locale Raniero da Castellarano.
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Nel 1185 Castellarano fu visitata dal Barbarossa.
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Nel 1187 Castellarano giurò fedeltà al comune di Reggio Emilia, interessato a controllare l'importante canale che, partendo proprio da questi luoghi, portava la
preziosa e indispensabile acqua del Secchia sino alla città.
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Durante le lotte tra guelfi e ghibellini, il paese fu sede di battaglie agguerritissime durante le quali la rocca fu assediata e distrutta.
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Nel 1319 la bellicosa famiglia dei Da Roteglia prese Castellarano e la inserì nei suoi domini.
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Nel 1419 Castellarano fu definitivamente occupata dalle truppe Estensi.
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Nel 1432 Castellarano ebbe il primo feudatario: Jacopo Giglioli, che però cadde in disgrazia quasi subito e si uccise in carcere a Ferrara.
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Nel 1453 il Duca Borso d'Este infeudò il conte Lorenzo Strozzi.
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Nel 1501, il Duca Ercole I° d'Este diede in feudo Castellarano con S. Martino in Rio e Campogalliano a suo fratello Sigismondo, che divenne perciò il primo feudatario
del ramo cadetto estense degli Este S. Martino.
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Gli Este San Martino governarono Castellarano fino al 1757 anno in cui la primogenita del marchese Carlo Filiberto II, Anna Ricciarda, non potendo ereditare il feudo
alla morte del padre, sposò il principe Alberico Barbiano di Belgioioso.
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Il Duca di Modena affidò poi il territorio al bresciano Conte Gaudenzio Vallotta.
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Alla morte del Vallotta la rocca fu spogliata degli arredi prima dal Duca Ercole III ed in seguito dai francesi Napoleonici.
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Venduta poi all'ingegner Bartolomeo Canevazzi, ricco borghese che la donò nel 1854 all'unica figlia Leopoldina in occasione delle sue nozze con l'avvocato Gaetano
Casali di Spilamberto.
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Giuseppe Casali, figlio di Leopoldina, alla fine del 1800 fece eseguire dei restauri alla rocca e con l'aggiunta di mobili e oggetti preziosi portati in dote dalla
moglie principessa Lavinia Pio di Savoia, la riportò agli originali splendori.
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Purtroppo ogni cosa andò distrutta nel luglio del 1944 quando truppe tedesche per rappresaglia incendiarono buona parte degli edifici del centro storico.
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La rocca come la vediamo oggi, ricostruita negli anni '70, è ancora di proprietà della famiglia Casali.
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