Castello di Baiso
Regione Emilia-Romagna
Provincia di Reggio Emilia
Comune di Baiso
Documentazione fotografica
Descrizione
Tipologia:
Origini:
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Costruito su una torre erettavi da un avo della contessa Matilde per il controllo delle valli del Secchia e del Tresinaro.
Struttura:
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Il castello occupa la cima della collina a nord del paese; la forma allungata da nord-est a sud-ovest di questa ha determinato la particolare pianta del fortilizio.
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È composto da più fabbricati fra i quali risultano:
- il mastio di pianta quadrata posto sull’angolo meridionale del complesso,
- l’edificio residenziale appoggiato con un frontespizio al mastio e con una delle fronti lunghe allineata con la cortina di sud-ovest
- un vasto recinto delimitato da due cortine.
Conservazione:
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In ottimo stato di conservazione
- struttura privata non visitabile -
Storia:
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Il castello si erge sullo spartiacque delle valli del Secchia e del Tresinaro, nell’ampia cornice dei calanchi che lo difendono con le loro creste argillose e occupa
la cima della collina a nord del paese e costituisce un chiaro esempio di castello-recinto.
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Citato per la prima volta in un documento della metà del X secolo, come Bagisium, fu un antico luogo di passaggio, attraversato da milizie liguri, romane e più tardi
longobarde e bizantine.
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Il toponimo deriva dalla famiglia Da Baìso, alla quale i Canossa affidarono il locale castello, costruito su una torre erettavi da un avo della contessa Matilde
a controllo delle valli del Secchia e del Tresinaro.
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L'innalzamento di una primitiva fortificazione è attribuito dalla storiografia moderna ad Adalberto Atto e va inserito nel progetto di incastellamento dell'intera area
reggiana promosso dalla famiglia Canossa.
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La costruzione dell'attuale castello, la cui esistenza è documentata solo nel 1156, viene ricondotta alla famiglia da Baìso, vassalla dei Canossa.
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Nel 1256, I Fogliani acquisiscono la proprietà del castello e del feudo.
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Nel 1288 avviene la prima trasformazione architettonica della fortezza, largamente danneggiata dalla fazione nemica degli "Intrinseci".
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Nel 1433 la proprietà passa agli Estensi.
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Dal 1513 al 1523 il castello ha una parentesi di giurisdizione pontificia nelle mani di Domenico Amorotto.
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Dal 1633 il feudo gravita nell'orbita di potere dei Marchesi Livizzani, passando per oltre due secoli e mezzo di padre in figlio, secondo la regola della primogenitura.
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Nel 1796 con l'abolizione dei feudi e l'esautorazione delle antiche signorie regnanti, i Livizzani vengono espropriati dei loro domini e Baiso diventa cantone libero per
otto anni sino a quando nel 1803 la nuova legge della Repubblica italiana restituisce il castello “con le sue pertinenze” ai proprietari di un tempo.
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Questo apre un contenzioso fra i Livizzani e il Comune di Baiso che ne rivendica la proprietà, ma il castello torna ai Levizzani.
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L’ultima proprietaria la Marchesa Elena lo porta in dote al marito, il nobile reggiano Francesco Cugini.
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Nel 1903 il Sen. Adolfo Venturi lo acquista e gli restituisce in parte la fisionomia originaria.
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Dopo essere stato per alcuni anni possesso del Comune di Guastalla che ne aveva fatto una colonia estiva per i bambini,
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Diviene successivamente proprietà di Pietro Bianchi, critico e regista, che insieme alla moglie ne cura e valorizza ogni aspetto, facendone per anni la sua dimora,
restituendogli vita e bellezza.
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