Città di Castello - Scorci
Regione Umbria
Provincia di Perugia
Comune di Città di Castello
Documentazione fotografica
Città di Castello - la Torre Civica
Città di Castello - Palazzo dei Priori o Palazzo del Comune
Città di Castello - Atrio del Palazzo del Comune
Città di Castello - Ruderi
Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio
Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio; Campanile romanico cilindrico
Descrizione
Tipologia:
Origini:
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Città di Castello (in latino Tifernum Tiberinum); l'insediamento originario fu fondato dagli Umbri sulla riva sinistra del Tevere in prossimità del territorio assoggettato al controllo degli Etruschi.
Struttura:
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Non è possibile ricostruire con certezza la struttura urbanistica della città romana.
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Sicuramente la parte più antica della città corrisponde alla zona sud, dove, nel quartiere denominato Mattonata, sono stati rinvenuti alcuni mosaici, resti di strutture
idrauliche ed una porzione di muro di quello che con ogni probabilità doveva essere un anfiteatro.
Conservazione:
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In ottimo stato di conservazione
la parte medioevale e le varie chiese.
Storia:
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L'insediamento originario fu fondato dagli Umbri sulla riva sinistra del Tevere in prossimità del territorio assoggettato al controllo degli Etruschi.
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A partire dal III secolo a.C. a causa dell'espansione romana la città divenne federata di Roma e successivamente fu inserita nella Regio VI Umbria.
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Dal I secolo a.C. divenne municipio romano, di cui patrono più illustre fu Gaio Plinio Cecilio Secondo, detto Plinio il Giovane.
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Secondo la tradizione, la città fu distrutta nel VI secolo ad opera dell'ostrogoto Totila e successivamente ricostruita dal vescovo Florido, poi santificato e
proclamato patrono della città.
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La città venne poi conquistata dai Longobardi, che la chiamarono Castrum Felicitatis e la ricompresero nel Ducato di Tuscia.
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In seguito passò sotto il dominio dei Franchi prima e dello Stato della Chiesa poi.
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Intorno al 1100 si organizzò in Comune, ma fu minacciata dall'Impero e dallo Stato della Chiesa.
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Nella prima metà del 1200 fu denominata Civitas Castelli e, nonostante le rivalità tra guelfi e ghibellini che ne mettevano spesso in pericolo la libertà, poté
ugualmente godere di prosperità.
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Nel 1422 papa Martino V affidò la città al condottiero Braccio Fortebraccio da Montone, la cui famiglia detenne il dominio fino al 1440.
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In questo anno iniziarono le lotte per la conquista del potere tra varie famiglie tra le quali quelle dei Vitelli, dei Fucci e dei Tartarini.
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Inizialmente si assistette ad un'Oligarchia composta da Vitelli, Giustini e Fucci.
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Si passò poi al dominio dei soli Vitelli, che eliminarono i Fucci e cacciarono i Giustini.
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Successivamente seguirono periodi di forti rivalità e il dominio fu definitivamente preso dai Vitelli che posero a capo della città Paolo Vitelli e Vitellozzo Vitelli.
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Quest'ultimo fu ucciso da Cesare Borgia, detto il Valentino, nella congiura di Senigallia nel (1502).
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Il Valentino si proclamò duca della città e mantenne il dominio per tutto il pontificato di papa Alessandro VI.
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Da questo momento fino alla fine del XVIII secolo la città fu assoggettata allo Stato della Chiesa, che concedette però la reggenza ad un governatore alle dipendenze
della consulta romana.
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La famiglia Vitelli nelle alterne vicende del XV e XVI secolo incise notevolmente nello sviluppo economico e nell'importanza politica della città.
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Famiglia di mecenati e condottieri abbellirono Città di Castello con molti palazzi nei quali furono chiamati a lavorare i maggiori artisti del Rinascimento, primi fra
tutti Raffaello Sanzio e Luca Signorelli.
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Il 12 gennaio 1798 fecero il loro ingresso in città i soldati della Repubblica Cisalpina, che proclamarono la repubblica.
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Il 5 maggio successivo le truppe francesi non furono in grado di sedare una rivolta partita dalle campagne e di spiccata tendenza antirepubblicana.
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L'ordine fu riportato il 18 giugno 1799, quando la città fu occupata dagli austriaci per volere del Papa.
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Nel 1817 il territorio del comune di Città di Castello fu decurtato nella parte meridionale delle frazioni di Montecastelli, Niccone e Verna, che passarono al comune
della Fratta, oggi Umbertide.
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Nel 1827 dal territorio comunale furono staccate anche le aree dei due nuovi comuni di San Giustino e Pietralunga.
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La città durante i moti insurrezionali ottenne provvisoriamente la libertà dallo Stato Pontificio la sera dell'11 febbraio 1849.
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L'11 settembre 1860 fu definitivamente occupata dall'esercito piemontese e l'anno successivo entrò nello Stato Italiano, seguendone da quel momento le vicende storiche.
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