Rocca degli Alberi
Regione Veneto
Provincia di Padova
Comune di Montagnana
Documentazione fotografica
Il rivellino e il mastio
L'interno dell'accesso con portoni e saracinesche
La parte che da sull'interno con il secondo rivellino ed il mastio
Descrizione
Tipologia:
Origini:
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La Rocca è uno dei due accessi originari delle mura di Montagnana,
commissionata tra il 1360 ed il 1362 all’architetto militare Francesco da Schicci
dal signore di Padova Francesco Da Carrara il Vecchio, i cui stemmi
familiari compaiono accanto a quello del Comune di Padova.
Struttura:
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Il complesso è costituito, da
un rivellino d'accesso, da un ridotto centrale (il castello), da un
rivellino d'uscita e dal mastio posto lateralmente.
I rivellini sono a
cielo aperto per poter colpire dall'alto eventuali intrusori.
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L’efficacia dello sbarramento era affidata ad una serie di dieci chiusure mobili: 4 ponti levatoi con relative passerelle pedonali, 4 portoni barricabili e 2 saracinesche.
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Sono ancora in loco le due saracinesche e i due portoni della struttura centrale.
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Per entrare o uscire dalla città era necessario subire il controllo di cinque unità di chiusura che agivano come compartimenti stagni e venivano aperte o chiuse in successione
da distinti corpi di guardia.
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Nel mastio si poteva entrare attraverso il torrione orientale.
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Torrione e mastio erano forniti ciascuno di pozzo per l’acqua potabile e di magazzino per l’approvvigionamento della guarnigione; al piano terra del torrione vi era una piccola scuderia.
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In diversi piani vi erano camini con focolare e canna fumaria, la struttura
era provvista di latrine.
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La struttura centrale aveva quattro piani, sei piani il torrione e otto il mastio.
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Il terrazzo del mastio era coperto con tetto piramidale sormontato da una garitta per l’avvistamento e segnalazioni ottiche.
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I meccanismi di manovra dei ponti levatoi erano a bilanciere a contrappeso, con fulcro su architravi.
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Le passerelle pedonali dei due rivellini erano azionate con verricelli; quelle della rocca con bilancieri a contrappeso.
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Le saracinesche erano azionate con verricelli collocati al secondo piano del ridotto centrale.
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La rocca era circondata anche dalla parte di città, da ampio fossato che si poteva allagare manovrando apposite
chiuse.
Conservazione:
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Struttura ottimamente conservata e poco modificata dai restauri, rappresenta, con la cinta murata e il Castel S. Zeno, uno degli esempi più significativi di architettura
militare medievale in Italia e in Europa.
Storia:
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La Rocca è uno dei due accessi originari nelle mura di Montagnana ed aveva esclusivamente uno scopo difensivo.
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Commissionata dal signore di Padova Francesco Da Carrara il Vecchio tra il 1360 ed il 1362 all’architetto militare Francesco da Schicci.
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L’androne di ingresso della Rocca guarda verso un preciso punto
dell’orizzonte che corrisponde al punto in cui tramonta il sole quando entra nel segno del Leone.
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Simbolo dell’antica città murata, la Rocca degli Alberi appariva in origine come un’isola in mezzo ad un fitto bosco.
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Circondata da un fossato che si estendeva sia all’esterno che all’interno delle mura, era connessa alla città con quattro ponti levatoi dominati da due torri.
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La rocca degli Alberi ebbe un ruolo importante nelle varie fasi della lotta fra Carraresi e Scaligeri.
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Nel 1405 il podestà carrarese Tommaso da Mantova resistette alle truppe di Venezia fino allo stremo, asserragliato nella rocca.
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L’insieme dei volumi architettonici è assai scenografico e tale da esprimere ancora oggi un senso di grintosa potenza; esso caratterizza con la sua mole merlata il profilo della città, cospicua testimonianza del fascino della storia.
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