Rocca Rangoni e Torre Granda
Regione Emilia-Romagna
Provincia di Modena
Comune di Spilamberto
Documentazione fotografica
La Rocca Rangoni:
La Torre Granda:
Descrizione
Tipologia:
Origini:
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L’insieme, costruito nel XIII secolo dal Comune di Modena per contrastare i Bolognesi, è un antico complesso fortificato costituito da una triplice cerchia di mura protette
da un fossato e articolato intorno alla “Torre Granda” e alla rocca Rangoni.
Struttura:
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La Rocca Rangoni
- L’impianto architettonico è un quadrilatero con torri angolari
munite di apparato a sporgere, originariamente orientato verso il fiume.
- L’aspetto esterno è caratterizzato dalle forme tipiche dei castelli reggiano-modenesi, ampiamente adattati all’esigenza di trasformare il maniero in palazzo residenziale.
- La facciata verso il paese ne è un classico esempio: le ben riconoscibili trasformazioni tardo settecentesche, infatti, furono eseguite per far assumere al castello
l’aspetto di “palazzo” urbano con la decorazione di finte finestre e di un balconcino al centro della torre secondo le mode del tempo.
- Importanti per la storia della tecnica militare sono le imponenti torri con ancora visibili gli scassi dei ponti levatoio, una rivolta verso il paese e l’altra verso
il fiume Panaro.
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Il Torrione o “Torre Granda”
- Il Torrione, la torre più alta del circuito di mura dell’antica città fortificata, affianca tutt’oggi quella che un tempo era la porta principale di accesso
all’abitato che dava sulla strada che porta a Modena.
- Il primitivo impianto risale al 1210, anno in cui, per volere del Comune di Modena, fu fondato il territorio fortificato di Spilamberto al fine di far fronte
ai bolognesi sul fiume Panaro.
- La struttura muraria della “Torre Granda” faceva già parte dell’intera struttura fortificata costituita da una triplice cerchia di
mura circondate da un fossato, ma assunse le dimensioni e le caratteristiche che oggi vediamo nel 1344.
- La Torre alta circa 30 metri, contornata nella parte superiore da merli ghibellini, risultava coperta da un tetto con strutture lignee danneggiato dai bombardamenti
della Seconda Guerra Mondiale.
- Dal sec. XVI sulle facciate superiori di est ed ovest sono collocati i quadranti di un orologio “civico”.
- Sopra le porte che affiancano il Torrione, si possono individuare gli scassi dei bolzoni che sostenevano le catene per sollevare il ponte levatoio carrabile e
quello pedonale. All’interno di questa Torre hanno trovato collocazione le prigioni, tra queste la “Cella di Messer Filippo” in cui si trovano graffiti, definiti
i primi fumetti della storia, che narrano la sua tragica storia d’amore.
- Attualmente il Torrione accoglie una sezione del Museo archeologico e la sede dell’Ordine del Nocino Modenese.
Conservazione:
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IIl Torrione, restaurato nel 1947, ospita l’Antiquarium, museo che raccoglie le testimonianze di siti archeologici rinvenuti a Spilamberto.
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La Rocca è parzialmente ristrutturata.
Nel 2011 vengono effettuati lavori che hanno riportato all’antica bellezza la struttura, reso fruibile il Cortile d’Onore ed alcuni spazi collegati alla Rocca.
Storia:
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Originario complesso difensivo, realizzato dal Comune di Modena che nel 1210 costruì le mura castellane di Spinalamberti (l'attuale Spilamberto) per controllare il
confine bolognese ed il corso del Panaro in contrapposizione al castello di Piumazzo costruito dai bolognesi sulla sponda opposta del Panaro.
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La struttura fortificata di Spilamberto si sviluppa nei pressi della Via Romea, uno degli antichi tracciati che percorrevano l'Europa arrivando fino a Roma.
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TTra il 1650 e parte del decennio successivo la Rocca venne trasformata per volontà del marchese Guido IV Rangoni che la definì “vago Palazzo”.
Fu totalmente ampliata,
venne costruito il lato sud, affrescati completamente il Cortile d’onore e la facciata ovest, arricchiti gli interni di arredi preziosi.
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Frammenti della decorazione pittorica secentesca sono tuttora visibili sulle pareti esterne della rocca.
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Nel ‘700 un balcone ingentilì il torrione d’ingresso verso ovest, alla cui base era stata prosciugata la fossa che lo circondava come rinforzo alle difese; lo spazio
ottenuto venne in seguito utilizzato per giochi all’aperto dei Signori e degli ospiti.
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Nel lato sud della Rocca venne edificata, tra fine Settecento ed inizio Ottocento, la cosiddetta Casa del Fattore.
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DDalla sommità del giardino pensile, che oggi l’affianca, sono visibili la Torretta di guardia, unica torre residua dell’antico quadrilatero fortificato e parte di una
delle due muraglie di sostegno che, con i suoi merli ghibellini, circondava l’abitato fino al chiudersi del secolo XIX e l’inizio del XX.
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Nei primi decenni del sec. XX furono abbattute le ultime porzioni di mura e di terrapieni per fare spazio allo sviluppo urbano del paese e migliorarne le condizioni
igienico sanitarie.
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L’ampio parco che si estende lungo il fronte est è ottenuto dalla trasformazione dell’area extramuraria adattata in tempi più recenti, quando, nella seconda metà del XX secolo,
la rocca stessa venne in parte riadattata come edificio residenziale dei marchesi Rangoni.
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In tempi più recenti, l’area è stata oggetto di ulteriori interventi di rimboschimento e ridisegno.
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Nei primi del Novecento, venne costruita la suggestiva ed imponente villa dall’alta torre, commissionata dagli stessi Rangoni all’architetto Cerani.
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La Rocca, appartenuta per oltre 650 anni ai marchesi Rangoni, nel 2005 è stata acquistata dal Comune di Spilamberto che ne ha avviato il percorso di restauro.
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Nel maggio 2007 il comune decide di destinare parte degli ambienti della Rocca a nuova sede del Museo del ”Aceto Balsamico Tradizionale” di Spilamberto, oggi ospitato
all’interno di Villa Fabriani.
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Attualmente il “vago Palazzo” ed il suo ampio e bellissimo parco ospitano manifestazioni, mostre ed eventi culturali.
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