Castello della Pietra
Regione Liguria
Provincia di Genova
Comune di Vobbia
Documentazione fotografica
Castello della Pietra - (lato Nord)
Castello della Pietra - (lato Sud)
Descrizione
Tipologia:
Struttura:
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Il castello si articola in due corpi impostati a quote differenti.
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Si accede dall'avancorpo di tre piani che sono stati ripristinati con una struttura metallica a griglia.
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Dall'ultimo piano dell'avancorpo si passa all'ampio salone centrale a pianta quadrata e soffitto voltato.
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Con il rifacimento della copertura è stato ripristinato un sottotetto raggiungibile sia dal vano centrale sia dal cammino di ronda.
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Il castello dispone di due cisterne per l'acqua, alimentate dagli scoli dei tetti e delle rocce sovrastanti.
Conservazione:
- Nel 1981, la provincia di Genova, avviò diversi interventi di restauro ripristinando l'intera struttura.
- Il castello, dal 1994, è aperto al pubblico per visite guidate.
Storia:
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Il castello della Pietra è un'antica fortificazione costruita intorno al 1200 e sita all'interno della val Vobbia, nell'omonimo comune ligure di Vobbia.
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Capolavoro dell'architettura castellana prende il nome dal suo titolare "Opizzone della Pietra" e non come potrebbe sembrare dal sito in cui è costruito.
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Era presidiato da una piccola guarnigione ed armato con alcuni cannoni in bronzo.
- A seguito della morte di Guglielmo della Pietra, il maniero passò di proprietà della famiglia nobiliare Spinola fino al 1518, quando fu ceduto
ai fratelli Antoniotto e Gerolamo Adorno.
- Nel 1579 fu espugnato da alcuni malviventi, ma venne riconquistato da Giorgio Centurione su incarico del Senato della Repubblica di Genova.
- Nel 1620 l'imperatore Mattia d'Asburgo lo annesse al feudo Pallavicino in val Borbera.
- Nel 1797, per volere di Napoleone Bonaparte, vennero soppressi i Feudi Imperiali ed il maniero fu così abbandonato dall'ultimo carismatico castellano, Michele
Bisio e dopo qualche anno fu dato alle fiamme decretandone così la progressiva rovina.
- Il bronzo dei cannoni fu prelevato dal vescovo di Tortona per essere poi utilizzato per la fusione delle campane della chiesa di Santa Croce di Crocefieschi.
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