Castello di Melazzo
Regione Piemonte
Provincia di Alessandria
Comune di Melazzo
Documentazione fotografica
Descrizione
Tipologia:
Origini:
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Le origini del locale castello sono antecedenti all'anno 1000: l'edificio attuale conserva ancora parti del Basso Medioevo rimaneggiate o integrate da restauri in
stile neogotico (XIX-XX secolo).
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Della costruzione originaria restano gli imponenti bastioni di cinta, che delimitano il parco al centro del quale sorge il complesso abitativo.
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La costruzione attuale si fa risalire al XVI secolo sul preesistente impianto.
Struttura:
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Il Castello è articolato in un corpo centrale formato da più corpi di fabbrica che attraversano l'intera area fortificata dividendola in due distinte piazze oggi
costituenti il parco.
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L’edificio è a due piani oltre il pianterreno, con una torre centrale più alta che presidia l'ingresso principale ed è caratterizzata da finestre ad arco, da bifore
e da un coronamento di archetti sospesi in laterizio.
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Il complesso possiede oggi 35 stanze edificate a partire dal XVI secolo, l’interno è abbellito da volte a crociera nel piano nobile e da coperture con archi a tre
cerniere al piano terra ed al secondo piano. L'originario muro difensivo basato su bastoni in pietra di circa 20 metri di altezza, è dotato di aperture e feritoie.
Conservazione:
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Il castello, divenuto dimora signorile finemente arredata, ed i due parchi possiedono numerosi alberi d’alto fusto che si accompagnano ad una gigantesca sequoia
adattatasi al clima di queste latitudini.
Storia:
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Le origini del castello risalgono all'XI secolo quando Melazzo era feudo imperiale dei Conti d'Acquesana, come ricordano gli stemmi in ferro battuto agli ingressi.
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Nel 1004 nacque nel Castello il conte Guido, divenuto Vescovo di Acqui nel 1034 e dopo la sua morte, avvenuta nel 1070, proclamato Santo e protettore della diocesi
di Acqui.
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Costruito per ragioni di difesa e strategia militare, data la sua posizione fondamentale sulla via che porta a Savona, il Castello fu molto ambito dalle autorità
vescovili, dalla città di Acqui, da Alessandria e dai signori del luogo.
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Nel XIII secolo il castello fu occupato dagli Alessandrini in guerra con Acqui, a cui fu restituito cinque anni dopo.
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Al lussuoso Castello è legata la storia e l'avventurosa vita del deposto re d'Inghilterra Edoardo II Plantageneto, che qui soggiornò per circa tre anni (1330 - 1333),
come ricorda una lapide posta dagli Arnaldi nel 1879.
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La sua importanza strategica ha fatto sì che il Castello venisse riprodotto negli affreschi della galleria delle carte geografiche in Vaticano, volute da Papa
Gregorio XIII nel 1580.
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La proprietà del Maniero passò nei secoli seguenti ai Gandolfi e, per parentela, ai Roberti.
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A fine settecento Carlo Emanuele IV lo concesse ai Conti Tarini.
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A metà ottocento passò al Cavalier Emilio Calosso di Torino, nipote del Tarini.
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Nel 1861 fu venduto all’asta divenendo proprietà dei signori Arnaldi di Genova che a Melazzo avevano anche altre proprietà.
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Nel 1911, dopo essere stato aperto come asilo infantile, il castello fu acquistato dal Conte Cesare Chiabrera Castelli, al quale si deve il restauro conservativo
della struttura con l’eliminazione del torrione centrale con le bifore e della torre cilindrica , entrambi cadenti e pericolosi.
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Nel 1936 passa in proprietà al cavalier Maggiorino Dagna, nipote dell’allora ministro delle Poste Maggiorino Ferraris, ed utilizzato solo come residenza estiva.
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Durante la II guerra mondiale fu requisito dai Tedeschi che vi installarono il comando militare di zona.
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Fu in seguito proprietà dei Dagna, divenendo a fine guerra sede dell’Istituto ‘Alexandria’ destinato ad accogliere orfani di caduti in guerra.
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Passato in proprietà dell’esercente Guido Rapetti, il castello divenne ristorante.
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Dal 1968 è proprietà della signora Franca Pesce.
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