Ducato di Parma e Piacenza
Castello di Rezzanello
Ducato di Piacenza
Val Luretta
Comune di Gazzola
Documentazione fotografica :
Descrizione
Tipologia:
Origini:
- Documentato per la prima volta nell’anno 1001 tra i beni del monastero di San Savino.
Struttura:
- Complesso a pianta trapezoidale con quattro torri agli angoli e cortile interno.
- Le torrette hanno base rotonda, sono elegantemente slanciate e coronate da uno sporto retto da archetti e coperte da un tetto conico, ripresi in doppio ordine come
motivo decorativo del sottotetto.
- Posto al centro di una conca è circondato da un parco con alberi secolari.
- Il castello è attualmente adibito a lussuosa struttura alberghiera per convegni e matrimoni.
- Purtroppo per adeguarlo alle esigenze abitative/alberghiere sono state aperte nella parte esterna numerose ed ampie finestre.
Storia:
- Il castello viene citato in un documento del 1001 quando il vescovo Sigerico concede ai monaci benedettini del monastero di San Savino di Piacenza la corte chiamata
Regiano poi trasformatasi in Rezzanello.
- Nel 1212 vi si rifugiarono i Guelfi piacentini, appoggiati da nobili del posto, per opporsi ai Visconti di Milano, i quali, nel corso di 2 battaglie, una delle quali
combattuta proprio nei pressi del castello di Rezzanello, sconfissero i Guelfi e li cacciarono dal territorio.
- Nel 1357 il monastero concesse il castello ai Boccapiccina.
- Nel 1454 i monaci del monastero piacentino di San Savino concessero il castello e relative terre annesse al dottor Bartolomeo Chiapponi, con l'obbligo di provvedere a
proprie spese al riattamento delle case poste all'interno e all'esterno del recinto castrense e di effettuare lavori di miglioria al fortilizio stesso.
- Nella seconda metà del 1500, con la riorganizzazione dell'Ordine dei Benedettini, i possessi dei San Savino passarono ai monaci Gerolamini e da questi, verso il 1580,
al collegio inglese di Roma.
- Nel 1796, estintisi i Chiapponi di Rezzanello, il castello venne ceduto dal collegio inglese, a fronte dell'esborso di una rilevante somma, agli Scotti di San Giorgio
che, in seguito, intrapresero radicali lavori di riattamento dell'edificio trasformandolo in abitazione signorile.
- Agli inizi del ‘900, salvo un breve episodio durante il quale fu della famiglia Lombardi di Genova, il fortilizio passò per vendita all'ingegner Giuseppe Manfredi, il
quale affidò il restauro globale dell'edificio al professor Camillo Guidotti che lo eseguì con criteri tardo romantici, rilevabili in modo particolare nelle cornici della
linea del
sottotetto che alterano il disegno originale del complesso.
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