Ducato di Parma e Piacenza
Rocca di Pellegrino Parmense
Ducato di Parma
Val Stirone
Comune di Pellegrino Parmense
Documentazione fotografica
Pellegrino Parmense, la rocca ed i resti delle mura di cinta
Descrizione
Tipologia:
Origini:
- Nel 981 Alberto di Baden fonda il castello di Pellegrino, con lo scopo principale della difesa del contado dalle scorrerie degli Ungari imperversanti in quei momenti
storici.
Struttura:
- La fortezza è sita su di un colle in posizione dominante il sottostante borgo.
- Il corpo di fabbrica principale, sovrastato da una torre quadrangolare, mostra nei muri bifore e merli accecati.
- Dell'originale cinta muraria, con quattro torri angolari, non restano che tracce perimetrali.
Storia:
- Nel 981, Alberto di Baden, conte Palatino, primo marchese di Busseto e capostipite dei Pallavicino, fonda il castello di Pellegrino.
Pare che in origine, lo scopo principale del castello fosse la difesa del contado dalle scorrerie degli Ungari imperversanti in quei momenti storici.
- Per la sua posizione strategica e per essere praticamente inespugnabile, è per lungo tempo oggetto di disputa fra Guelfi (Parma) e Ghibellini (Piacenza).
- Nel 1198, Guglielmo Pallavicino, signore del Castello, aggredisce il convoglio del Cardinale di Capua incaricato di riappacificare Parma e Piacenza e con i denari
sottratti, fa ricostruire il castello di Pellegrino.
- Nel 1303, l’intero esercito parmigiano attacca inutilmente il Castello di Pellegrino.
- Nel 1307, Pellegrino e Bardi si ribellano a Piacenza.
Alberto Scotti, signore di Piacenza, inizia una campagna per domare la ribellione;
Bardi, Castell’Arquato e Borgotaro cadono, ma la resistenza del maniero di Pellegrino determina la sua sconfitta.
- Nel 1428, l'imprendibilità della Rocca ha termine per mano di Niccolò Piccinino, capitano di ventura perugino inviato dai Visconti di Milano.
- Manfredo Pallavicino, signore del Castello, viene imprigionato dal Piccinino ed obbligato a confessare il reato di congiura contro i Visconti, viene in seguito
ucciso.
- Nel 1438, Niccolò Piccinino diventa conte del feudo di Pellegrino e fa allargare le mura della Rocca, comprendendo le case nobiliari, la chiesa e
parte del territorio circostante, in modo da creare un "ricetto", che in caso di guerra potesse costituire rifugio per le popolazioni del suo feudo.
- Successivamente, il castello passa agli Sforza-Fogliani sino alla metà del XVIII secolo e poi ai Meli Lupi di Soragna.
- Durante l’ultima guerra i Tedeschi lo usano come torre d’osservazione e come base d’appoggio per le truppe.
- Nel dopoguerra il Castello passa in mano ai signori Tomelleri di Verona che intraprendono un accurato e attento restauro.
- La Rocca di Pellegrino Parmense, dimora fortificata di conti, marchesi e duchi, possiede perfino, con attestato documentario, il suo fantasma:
"la Fata di Pellegrino”, che secondo la leggenda ancora oggi si aggira in lungo e in largo, per le stanze ed i corridoi del maniero.
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