Castello di Gazzo
Regione Lombardia
Provincia di Cremona
Comune di Scandolara Ripa d'Oglio
Documentazione fotografica
Descrizione
Tipologia:
Struttura:
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La documentazione sopravvissuta riferisce che il Castello originario era:
- a pianta quadrangolare con cortile interno e quattro torri angolari quadrate;
- occupava una superficie di 6666 mq. orientato secondo i punti cardinali, come consuetudine nelle costruzioni castellane di pianura;
- racchiuso da possenti murature a scarpa affondanti nelle acque di un fossato alimentato dalla roggia Alia, con sul fronte Est dei bastioni a cuneo.
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Dell'antico fortilizio si conserva oggi solo parte della metà occidentale, della restante parte rimane il basamento scarpato dei bastioni ancora oggi visibile.
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Sull'ala occidentale vi è:
- la traccia delle due possenti torri angolari del lato Ovest
ravvisabili nei due corpi laterali sporgenti ai lati dell’ingresso;
- lo pseudo rivellino di ingresso, unico superstite originario dell'antico maniero, con gli scassi dei bolzoni del ponte levatoio carrabile e della ponticella
pedonale;
- il ponte in muratura che originariamente terminava all'ultimo arco dove calavano i ponti levatoio, oggi sostituiti da un ulteriore arco in mattoni.
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Il complesso attualmente è suddiviso in due unità di analoga superficie, costituite da un fabbricato con piccola corte interna, e da un giardino.
Conservazione:
- Gode di un buono stato di conservazione.
Storia:
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Le prime notizie del castello datano dal 1256, quando fu acquistata da Buoso da Dovara.
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Le notevoli dimensioni dell'edificio furono funzionali alla difesa del territorio cremonese lungo il confine bresciano del fiume Oglio, coinvolto da sanguinose e
frequenti lotte per il controllo dei guadi e delle acque, vitali per il commercio e l’agricoltura.
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Nel 1451 Scandolara risulta non sottoposta alla giurisdizione della città di Cremona, mentre nei documenti del 1562 vi appare inclusa.
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Infeudato dal 1538, il comprensorio fu concesso nel 1665 agli Ala, poi Ala Ponzone.
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Nel 1751, risulta ancora affidato agli Ala, tanto da essere sottoposto alla giurisdizione di due podestà: quello feudale e quello della città di Cremona.
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