Castello Morando Bolognini
Regione Lombardia
Provincia di Lodi
Comune di Sant'Angelo Lodigiano
Documentazione fotografica
La "torre Maestra", leggermente staccata dal corpo principale, è alta 36 mt. presenta beccatelli e copertura merlata.
Gli interni - in fase di restauro
Descrizione
Tipologia:
Struttura:
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Costruito quasi interamente in cotto, è a pianta quadrangolare irregolare, non molto comune nell'edilizia viscontea.
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Le torri angolari di Nord-Ovest e Sud-Est sono ruotate rispetto all'asse della muratura e presentano una fila di beccatelli che creano una leggera sporgenza.
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La "torre Maestra" è leggermente staccata dal corpo principale, è alta 36 mt. con beccatelli e copertura merlata.
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Alla base una lapide posta nel 1904 ricorda l'operato di Regina della Scala e i restauri attuati dal Bolognini.
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La possente muratura, rafforzata da contrafforti, è ingentilita dalle numerose aperture costituite da bifore a pieno centro a piano terra e trilobate al primo piano.
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La copertura a falde sovrasta una merlatura regolare che conserva ancora le chiusure in legno a bilanciere.
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La struttura era circondata da un ampio fossato i cui resti si notano chiaramente presso la torre maestra, oggi si accede al cortile interno, attraverso un terrapieno.
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Al centro è collocato un compluvio, costituito dall'assemblaggio di elementi trecenteschi e barocchi.
Conservazione:
- I restauri del 1899-1910 e 1911-1915 riportano il maniero agli antichi splendori.
Storia:
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Già in epoca romana si hanno notizie di un "castrum" situato alla confluenza dei due rami del Lambro, in posizione particolarmente strategica per il controllo delle
vie di comunicazione.
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L'attuale rocca, presidio militare della Signoria di Milano, fu costruita nel XIII secolo al centro dell'antico borgo.
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Data la sua importanza, fu spesso oggetto di aspre contese tra Milanesi, Lodigiani e Pavesi.
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Nel 1370, dopo essere appartenuta all'arcivescovo di Milano Giovanni Visconti, fu concessa a Bernabò Visconti che ne fece dono, insieme al feudo, alla moglie Regina
della Scala a cui si deve, nel 1381, la costruzione del castello come oggi lo vediamo.
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Alla morte dei coniugi (1385), il successore Gian Galeazzo utilizzava la dimora lodigiana come luogo di riposo durante le battute di caccia.
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I suoi eredi, Filippo Maria e Giovanni Maria, lo diedero in commenda a Michele Corsi e ai suoi figli, ai quali successero poi diversi affittuari.
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Nel 1449 il castello, passato alla Repubblica Ambrosiana, venne assediato e conquistato da Francesco Sforza che tre anni dopo lo donò, con il feudo elevato a contea,
al comandante delle sue truppe Matteo Mazzagatti detto il Bolognino e da quel momento appartenne sempre alla medesima famiglia.
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Nel 1497 venne occupato dai soldati francesi,
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Nel 1516 dagli Svizzeri.
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Nel 1525 dagli Spagnoli.
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Alla fine del XVII secolo fu messo a ferro e fuoco dai Bavaresi, che vennero scacciati dagli Spagnoli nel 1745.
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Durante le campagne napoleoniche in Italia (Lodi, Battaglia del Ponte sull'Adda, 1796), lo occuparono brevemente le soldatesche francesi.
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A causa di queste vicende la struttura subì un forte degrado.
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Nel XIX secolo alcune parti furono occupate da un laboratorio per la lavorazione della seta.
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Alla fine del XIX secolo, con l'intervento del conte Gian Giacomo Morando Bolognini, si iniziarono una serie di restauri (1899-1910; 1911-1915) che riportarono il
maniero agli antichi splendori.
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Nel 1933 la vedova del Bolognini cedette il castello all'Istituto sperimentale di cerealicoltura per istituirvi un museo gestito dalla Fondazione intestata al marito.
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Oggi nella struttura hanno sede:
- il Museo del castello,
- il Museo del pane, di cui la Fondazione Bolognini è proprietaria
- il Museo lombardo di storia dell'agricoltura con il Centro studi e ricerche di museologia agraria.
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