Castello di San Colombano al Lambro
Regione Lombardia
Provincia di Lodi
Comune di San Colombano al Lambro
Documentazione fotografica
la torre de’ Gnocchi
Il rivellino d'accesso al Ricetto
Il ricetto ed il monte di pietà compreso in esso
Coquina dominae Blanche de Sabaudia
Le mura di cinta
La rocca ... con piscina
Descrizione
Tipologia:
Origini:
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Le origini del castello di San Colombano si pensa possano risalire al VI secolo ed accomunarsi all'omonimo monastero di San Colombano di Bobbio,
abbinato dall’accoppiamento della rocca e del ricetto.
Struttura:
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Il castello di San Colombano nasce essenzialmente dall’accoppiamento di una rocca ed un ricetto;
più precisamente si tratta di un castello-recinto posto su due
corti diverse, delle quali la più alta a destinazione militare e la più bassa a destinazione civile con funzione di ammasso di riserve agricole (ricetto).
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I tratti di mura situati sui lati maggiori del castello sono posti a mezza costa del colle;
il tracciato non è rettilineo, ma scandito da torri sporgenti
all’esterno.
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La configurazione del tracciato è tipica del castello-recinto; con la parte bassa, il vero ricetto, attrezzata con capanni in legno e muratura per le scorte alimentari.
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La rocca di pianta trapezoidale dimostra ancor oggi la sua antica potenza, dovuta innanzitutto alla posizione privilegiata della quota, con il pendio circostante che
ne attenua la vulnerabilità, oltreché la considerazione nella quale era tenuta nei tempi passati.
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Un’altra caratteristica sono le 18 torri di cui il castello era inizialmente munito e che risolvevano appieno gli scopi che l’architettura castellana aveva loro
assegnato.
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La torre de’ Gnocchi costituisce il nucleo più antico del castello.
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Le torri, come le cortine, si presentano con merlature ghibelline e base scarpata, la cui intersezione è sottolineata dal redondone che, seguendo parallelamente il
naturale ascendere del terreno, riesce ad imprimere una impronta a tutto l’impianto.
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La rocca era dotata, sia verso il ricetto a nord che verso la collina a sud di fossato asciutto, con ponti levatoi ulteriormente protetti da rivellini.
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Attorno alle mura del ricetto sorgeva un fossato che riceveva le acque dalle valli laterali ed era costantemente alimentato.
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Di questo fossato è attualmente visibile solo il perimetro del tratto verso il borgo, dato che il fossato vero e proprio fu colmato nel 1585.
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L’esistenza del ricetto, rarissimo in Lombardia, denota la completa partecipazione della popolazione medioevale alla vita del castello, inteso quale luogo di
sicurezza e di sopravvivenza.
Conservazione:
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Recentemente la parte acquistata dal comune è stata oggetto di un complesso intervento di restauro, ma per quanto riguarda la rocca e l’antico ricetto, ormai in gran
parte trasformato, la proprietà privata non permette neppure la sola visione dell’antica fortificazione.
Storia:
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Le origini del castello di San Colombano si pensa possano risalire al VI secolo ed accomunarsi all'omonimo monastero di San Colombano di Bobbio.
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Il luogo appartenne dall’800 circa al 1000 al contado (Comitatus) di Lodi, come appare dai documenti del 1034 e 1299.
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Nel X secolo si ha documentazione dell'esistenza del castello, posto in protezione sia della capitale Pavia che della residenza reale di Corte Olona.
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Il Barbarossa, durante la sua seconda calata in Italia, distrusse il castello di San Colombano e tutti i castelli limitrofi, ma nel 1164, riconosciuta l’importanza
che il luogo ricopriva per la sua particolare conformazione morfologica e per la posizione strategica sulla strada Milano-Piacenza, decise di riedificarlo con dimensioni
molto più grandi dell'originale e con intorno una grande borgata denominata "Magnum suburbium", con un ricetto e munita di mura merlate, terrapieno, fossa di
contenimento, e rivellini d'entrata.
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Le grandiose dimensioni del castello, la perfetta regolarità simmetrica e l’ampiezza delle strade del borgo, inusuali per l'epoca, donano al complesso un'importanza
notevole.
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Con il dominio visconteo la piazza di San Colombano venne parzialmente trasformata, con l'intento di limitarne l’importanza militare, tanto che fu trasformata in prigione
di stato.
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Le armi da fuoco e di conseguenza le nuove strategie guerriere, imposero trasformazioni nei presidi militari di difesa.
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Nel 1370, per volere di Galeazzo II, il castello di San Colombano, venne interessato da modifiche talmente radicali da far considerare sia il castello che il
borgo come nuove costruzioni più che un adattamento delle esistenti alle nuove funzioni.
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Le mura esterne, su tutto il perimetro, vennero integralmente rivestite di nuovi mattoni, che conferirono una certa omogeneità all’intero impianto castellano.
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All’ampliamento del borgo seguì la regolare distribuzione degli isolati e l’ampiezza delle vie interne, che caratterizzano la preesistente impostazione del Barbarossa.
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A Bianca di Savoia si deve, all’interno delle mura del ricetto, la costruzione di una propria residenza (" Coquina dominae Blanche de Sabaudia").
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Dai manoscritti custoditi nell’Archivio Belgioioso, si attribuisce ai Visconti:
- la costruzione della Torre Castellana, annessa alla Torre de’ Gnocchi.
- l’elevazione della Torre de’ Gnocchi, per permettere la continuità del corridore;
- la sistemazione della canepa sotto la Torre de’ Gnocchi, in quanto nell’addossare la torre castellana venivano chiuse alcune aperture;
- la costruzione dell’ Hospitium Magnum, esterno al borgo, ad uso del loro terreno di caccia.
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Nel 1396, in seguito alla donazione del Duca Gian Galeazzo, i frati certosini entrarono nella storia del castello di San Colombano ed ottennero la parte bassa del
castello / ricetto.
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Nel 1402 avvenne la distruzione, ad opera dei borghigiani, dei due grandi palazzi del ricetto e di ogni altra proprietà della Certosa, la popolazione si pose, poi,
sotto la tutela del Vignati, signore di Lodi.
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Durante il dominio del Vignati, che durò 14 anni, si ebbe un notevole degrado della rocca ed in tutto il ricetto casupole sostenute da colonne in legno, casotti di
paglia e case appoggiate alle mura.
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Con il ritorno dei certosini vennero restaurate, a spese del monastero, alcune case del ricetto ed il palazzo imperiale, quest’ultimo utilizzato quale residenza del
fittabile certosino.
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Negli anni tra il 1447 e il 1452 venne asportato il terrapieno a ridosso delle mura tra la Torre d’ingresso al ricetto e la Torre de’ Gnocchi.
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Nel 1526, per ordine ducale, il castello venne smantellato, vennero demoliti i rivellini, alcune torri compresa quella al centro della rocca, le mura che cingevano
il borgo con il conseguente riempimento del relativo fossato ed anche di quello antistante il castello.
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Nel 1529 ad opera del generale conte Belgioioso, che assaltò il castello, si ebbero ulteriori danneggiamenti ed in conseguenza a questo fatto il castello non fu più
considerato piazzaforte ducale.
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Nel 1535 i certosini intervennero nuovamente sul castello, al fine di escluderne un utilizzo militare, vennero ulteriormente distrutte le strutture fortificate e
si colmarono le fosse ed i sotterranei.
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Nel 1593 all’interno del ricetto sorse il Monte di Pietà, prima forma organizzata di credito del paese.
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Dal 1416, per molti periodi, la torre de’ Gnocchi fu sede del Consiglio Generale del Comune, ed in seguito ospitò sia il Prefetto che il Consiglio Comunale
(la prefettura di San Colombano comprendeva ai tempi una zona assai vasta del territorio lodigiano).
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Nel 1782, con la soppressione degli ordini religiosi ad opera del governo austriaco, si conclude il periodo di dominio certosino del castello.
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Nel 1786, con atto misto di vendita e livello il feudo di San Colombano ed Uniti passò alla casa Belgioioso.
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Nel 1836 i principi Belgioioso, in accordo con la Deputazione del Comune di San Colombano, sistemarono il ponte di accesso al ricetto, eseguirono delle opere di
sottomurazione per assicurare la torre d’ingresso e definirono con l’ingegnere comunale il nuovo livello della piazza antistante.
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Dal 1836 al 1846, per dare sviluppo al giardino interno al castello, vennero demoliti i fabbricati (fra i quali l’Oratorio della Maddalena) che racchiudevano i tre
cortili interni e fu trasformata in residenza principesca la parte del restante edificio (1850 circa), utilizzato quale residenza estiva.
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Nel 1940 i principi Belgioioso fecero donazione del castello all’Università Cattolica del Sacro Cuore, affinché esso venisse destinato a sede di "preghiera e di
riposo per persone colte", riservandosene il diritto di usufrutto.
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L’Università Cattolica decise successivamente la cessione del castello alla parrocchia di San Colombano.
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Nel 1958, nonostante i vincoli a cui era sottoposto l’intero castello, entro il perimetro della rocca si demolirono torri e mura merlate per far posto ad una lussuosa
villa con piscina in stile moderno.
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Il 18 dicembre 1987 la parte non privata del castello fu acquistata dal Comune di San Colombano e recentemente è stata oggetto di un complesso intervento di restauro.
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Per quanto riguarda la rocca e l’antico ricetto, ormai in gran parte trasformati, la proprietà privata non permette neppure la sola visione dell’antica fortificazione.
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