Castello di Vicolungo
Regione Piemonte
Provincia di Novara
Comune di Vicolungo
Documentazione fotografica
Descrizione
Tipologia:
Struttura:
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Statuti e delibere dell’inizio del Quattrocento riportano che Vicolungo, attraversata da due importanti vie di comunicazione che collegavano a nord ed a sud il paese
con la strada Biandrina, era soggetto a continue dispute che costrinsero gli abitanti a proteggersi con fortificazioni di tipo Ricetto, non si ha notizia se le
fortificazioni fossero in mura o in legno.
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A metà del XV secolo alcune carte parlano di un Ricetto fortificato vasto e complesso, tre linee di difesa, posseduto dalla comunità dei Milites, eredi degli antichi
vassalli dei conti di Biandrate.
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Le basi della struttura attuale furono erette tra il 1453 ed il 1464 da Antonio Rabozio per la difesa dei propri possedimenti.
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La fine dell’opera è celebrata in un dipinto, recentemente scoperto nella chiesa di San Sebastiano, in cui un Santo armato regge un castello.
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Da un documento dell’11 agosto 1539, secondo il quale i Gritta diventano proprietari dell’intero complesso, si deduce che il complesso di Vicolungo era costituito
dal castello abitativo e da una imponente rocca a pianta quadrata posta a levante, con due accessi dotati di ponti levatoio.
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La rocca, ancora ben conservata, è costituita da tre piani:
- i primi due piani sono occupati da grandi sale, con soffitti di legno a travi e travetti dipinti ed ampi camini decorati in cotto,
- l’ultimo, destinato alla difesa, è coronato sui quattro lati da
archibugiere a sporgere con caditoie e cammino di ronda coperto da un tetto a padiglione sormontato al vertice da una piccola torre di vedetta.
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In corrispondenza dei piani vi sono piccole finestre a sesto acuto.
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Nell’angolo sud-ovest del complesso, vi è una torretta rotonda.
- Nel lato est vi sono delle case, restaurate dopo il saccheggio del 1522, queste abitazioni sono collegate alla Rocchetta per mezzo di un’elegante loggetta
rinascimentale, a tre arcatelle con volta a crociera, dipinta ed ornata di stemmi.
- Del vecchio castello rimane il muro perimetrale in cui compaiono frammenti più antichi, costituiti da ciottoli di fiume disposti a spina di pesce, in alto si
vede tuttora il cammino si ronda con il classico motivo a denti di sega.
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Sul lato orientale, in fondo alla roggia vi è una grande ruota di mulino arrugginita.
Conservazione:
- Nel 1850 vengono demolite le mura e le torri del ricetto con le sue tre linee di difesa, cancellando ogni traccia dell’antico castrum medievale.
- La rocca quattrocentesca si salva dalla barbarie e rimane in buono stato.
Storia:
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Primo documento che riguarda il centro abitato è datato 17 marzo 898, in cui si certifica che Ansaldo da Vicolungo fu testimone ad una permuta di beni tra il vescovo
di Novara, Garibaldo, ed il diacono di San Gaudenzio, Novemperto.
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Vicus Longos, cioè paese lungo, anticamente sorgeva più ad ovest dell’attuale ubicazione ma, probabilmente a causa dei frequenti straripamenti del fiume Sesia,
prima del VII secolo, il villaggio venne rifondato in un sito più protetto dalle piene.
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Verso la metà del X secolo, il conte Maginfredo di Lomello, unì alla corte di Mosezzo l’abitato di Vicolungo.
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Il 4 luglio 1070, insieme ai servi ed ai beni immobili, Vicolungo venne venduto ai conti di Pombia, in seguito divenuti conti di Biandrate.
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Per oltre un secolo non si hanno notizie di Vicolungo.
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Nel 12 agosto 1199, con l’accordo di Cameriano, i comuni di Novara e
Vercelli stabiliscono che gli uomini dei conti di Biandrate non devono risiedere a Vicolungo e nei paese vicini.
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Intorno al 1240, Vicolungo, Casalbeltrame e Biandrate formano un unico comune ed i consoli di giustizia di Biandrate estendono il potere giurisdizionale
sulle due località.
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Nel 1242 i conti di Biandrate cedono a Novara e Vercelli i diritti giurisdizionali e l’uso delle baragge e dei beni comuni del territorio di Biandrate, ottenendo
in cambio la partecipazione degli abitanti del luogo alle loro spedizioni militari.
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Nel 1259 Vicolungo viene attribuita a Vercelli ed ai Visconti, ma il comune di Novara si oppone e dopo oltre cinquant’anni di scontri bellici, la località,
viene distrutta dal marchese di Monferrato nel 1332 e nel 1358.
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Galeazzo Visconti la fa rapidamente ricostruire, nominando un Vicario agli ordini della signoria di Milano.
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A fine secolo XIV la comunità scrive gli Statuti, corretti e rivisti però da giuristi milanesi alle dipendenze del Duca.
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Nel 1406 Vicolungo viene attribuita a Facino Cane.
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Nel 1428 passa ad Angelo della Pergola.
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Il 29 settembre 1450 Vicolungo insieme al feudo di Landiona, vengono assegnati da Francesco Sforza ai Rabozio, sostenitori ed alleati dei duchi milanesi, milites
vassalli dei conti di Biandrate e proprietari da moltissimo tempo di costruzioni situate nel castrum.
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Nel 1480 prima di morire, non avendo figli maschi, Antonio Rabozio scrive una lettera ai signori del comune lombardo per assicurare il possesso della fortificazione
e del feudo alle figlie ed ai generi.
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Nel 1488 la richiesta viene approvata e le tre figlie ereditano tutti i beni.
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Nel 1522 Vicolungo viene assaltato e depredato da un esercito franco-biellese.
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Subito restaurato, il castello passa nel 1539 ai Gritta, già feudatari di Vicolungo e Landiona.
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Nel settembre 1607 Alessandro Gritta scrive genericamente di “una rocca in Vicolungo con diversi edifici con giardino ed un mulino.
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Nel 1687, all’estinzione della famiglia Gritta, la rocca rivendicata dai Caccia di Mandello, feudatari di Casaleggio, passa definitivamente all’Ospedale della
Carità di Novara e da allora perde le sue funzioni militari e civili, trasformandosi in cascina.
- Nel 1850, vengono demolite le mura e le torri del ricetto con le sue tre linee di difesa, cancellando ogni traccia dell’antico castrum medievale.
- La rocca quattrocentesca
si salva dalla barbarie e rimane in buono stato.
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