Castello Visconteo-Sforzesco di Novara
Regione Piemonte
Provincia di Novara
Comune di Novara
Documentazione fotografica
Lo stemma degli Sforza
La "Rocchetta"
Gli interni: Il castello
Le mura esterne ed il grande vallo
Descrizione
Tipologia:
Origini:
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Il Castello di Novara viene comunemente definito Visconteo-Sforzesco, indicando così la sua datazione al XIV - XV secolo, in realtà la sua storia è vecchia di
almeno 2000 anni.
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L'attuale fortificazione è costruita sull'angolo di sud-ovest della cinta muraria della città
romana (I secolo d.C.).
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Questa antica costruzione, realizzata con ciottoli di fiume e grandi mattoni rettangolari, che rappresentò la base su cui nel corso del medioevo sorse l’attuale Castello,
sopravvive tuttora parzialmente interrata sotto il cortile centrale.
Struttura:
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L’attuale struttura è una possente fortificazione quadrilatera con torri d'angolo circondata da un imponente fossato, con all’interno
ciò che rimane dell'antico Castello ormai quasi irriconoscibile.
Conservazione:
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Il progetto di restauro e ricostruzione, avviato nel 2003 e curato da Paolo Zermani porta alla riapertura del complesso nel gennaio 2016.
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I lavori si fondano sull’impianto primario di origine romana e interessano il restauro delle parti esistenti sui lati Est e Nord e la ricostruzione delle parti demolite.
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Nell’ala Nord, comprendente la Rocchetta, l’intervento ha riguardato la ricostruzione della torre.
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Nell’ala Ovest, il grande muro di origine romana ha costituito la spina attorno alla quale è stata impostata la ricostruzione della nuova manica del Castello.
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Gli scavi hanno consentito di rendere fruibili gran parte delle strutture romane ritrovate, tra cui la torre dell’angolo di Nord-Ovest inglobata nella cinta viscontea.
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Nell’ala Sud, le opere di restauro che interessano l’antica muratura perimetrale hanno consentito di ripristinare i fabbricati con funzioni di servizio crollati.
Storia:
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Il Castello di Novara viene comunemente definito Visconteo-Sforzesco, indicando così la sua datazione al XIV - XV secolo, in realtà la sua storia si può far risalire
al I° secolo d.C.
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Il Castello infatti è costruito sull'angolo di sud-ovest della cinta muraria dell’antica città romana, ma non si hanno certezze sulla data della sua effettiva costruzione.
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Nel 1272, Francesco Torriani, podestà di Novara e fratello di Napoleone della Torre, signore di Milano, fece costruire una torre con recinto, all'interno del quale
vi erano alcuni edifici di proprietà della famiglia vercellese dei Tettoni di cui restano visibili solo tracce delle fondamenta originarie.
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La struttura, chiamata Turrisella, era un luogo fortificato per il controllo politico della città.
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Nel 1293, il Castello passa alla famiglia Visconti e Matteo Visconti fa eseguire importanti interventi di fortificazione che incorporano la torre originale
ribattezzata “La Mirabella”.
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Giovanni Visconti, vescovo della città, completa la costruzione del castello aggiungendo edifici residenziali.
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Il castello, più volte modificato, mantiene la funzione originaria di struttura militare-amministrativa di dominio della città di Novara (di questo castello
Visconteo oggi rimane solo la cosiddetta Rocchetta).
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Nel 1468 il duca Galeazzo Maria Sforza dispone un imponente intervento di ricostruzione, inglobando le strutture precedenti all'interno di una grande struttura
quadrangolare.
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Nel 1447, alla morte di Filippo Maria Visconti, il controllo del ducato che comprendeva, oltre a Novara, Milano, Pavia, Como, Lodi, Crema, Piacenza, Parma, Asti,
Alessandria e Tortona, passa alla figlia Bianca Maria e per essa a suo marito Francesco Sforza e alla sua famiglia.
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Con la signoria di Galeazzo Maria Sforza (1466-1476) si eseguono importanti interventi sul castello e vengono gettate le fondamenta del possente muro di
rafforzamento detto ghirlanda.
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Nel 1476, Galeazzo Maria Sforza viene assassinato e, in ricordo del duca, la moglie Bona fa apporre sulla seconda porta d’ingresso al castello, uno stemma ducale,
scolpito in marmo di Carrara, con la scritta: "GALEAZ MARIA SFORTIA VICECOMES DUX MEDIOLANI QUINTUS AETATIS ANNORUM XXXII" che in parte ancora si conserva sull’attuale
ingresso del castello.
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Verso la metà del Cinquecento, l'amministrazione spagnola del Ducato di Milano decide di rafforzare il confine occidentale dello stato, utilizzando Novara come
principale piazzaforte, ed essendo il castello degli Sforza ormai inadeguato alle esigenze della guerra dell’epoca, dota Novara di bastioni e baluardi difensivi.
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Il risultato fu una struttura bellica molto più estesa ed articolata dell'originale, all'interno della quale il castello assumeva il ruolo di centro di comando
della guarnigione.
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Nonostante ormai fosse solo una caserma, l'amministrazione spagnola del Seicento continuò a considerare il castello un elemento essenzialmente difensivo.
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Con il tempo, tuttavia, la funzione militare passò in secondo piano e la manutenzione della fortificazione venne gradualmente allentata.
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L’evoluzione dell’arte della guerra, che rende praticamente inservibili le fortificazioni, porta a rivere le funzioni della fortezza, tanto che, secondo il progetto
approvato nel marzo 1788, il bastione ad est del castello vienetrasformato in pubblico passeggio ed il baluardo di S. Giuseppe in giardino.
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A partire dal 1803, il municipio propone di trasferire le pubbliche carceri dal palazzo Pretorio al castello, che, oltre che a presidio, era stato destinato a
carcere militare.
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Nel 1876, l’unico torrione superstite (Turrisella), posto sul lato Nord-Est, viene parzialmente demolito e riadattato per collocarvi una vedetta del carcere.
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Verso la fine XIX secolo, il castello si trova al centro di un dibattito urbanistico sullo sviluppo della città con una serie di progetti che ne prevedono la
demolizione per fare posto ad un nuovo quartiere residenziale.
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Il Castello rimane, per diversi anni, al centro del dibattito politico e culturale locale in delicato equilibrio tra le richieste di crescita urbana e le esigenze
della conservazione dei monumenti.
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Con l’inizio del novecento i tentativi di trasformazione della fortezza raggiungono il loro apice: da sede dell’Opera Pia Omar, a sede municipale, a demolizione per
realizzare il palazzo per Poste e Telegrafi, a giardini pubblici comunali, sino alla campagna di demolizione degli anni ottanta promulgata dall’architetto Arduino.
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Il 3 gennaio 1973, cessa l’attività carceraria con il trasferimento dei detenuti nella nuova sede ed il catello da proprietà del Demanio dello Stato passa
all'amministrazione municipale di Novara.
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Il Comune, dopo alcuni anni di inutilizzo, negli anni Ottanta, fa abbattere all'interno delle mura edifici e strutture intrusive prive di qualità architettonica,
sgombrando il cortile per il recupero del complesso.
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Nel 2003 inizia il progetto di restauro e ricostruzione.
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