Castello di Landiona
Regione Piemonte
Provincia di Novara
Comune di Landiona
Documentazione fotografica
Descrizione
Tipologia:
Origini:
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Il Castello di Landiona fu costruito da Paolo Caccia intorno al 1280 e dopo
la sua morte subì continue divisioni dovute ai numerosi proprietari che lo abitarono, spesso anche contemporaneamente.
Struttura:
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Viste le molte parti ampiamente rimaneggiate è solo immaginabile l’originale struttura del castello.
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In origine era raccolto attorno ad un ampio cortile cinto sui quattro lati da un muro fortificato.
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Su tutto sovrastava la torre quadrata,
successivamente sopraelevata, con funzione di rivellino d'accesso dotato di ponte levatoio carrabile
e di posterla pedonale.
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Prima dell'assedio del 1361, ad opera di una compagnia di mercenari inglesi, vi erano due torri, una nell'angolo nord-ovest e una sul lato meridionale dove sorgeva
il cosiddetto “palacium”, ossia la zona residenziale formata da stanze al pianterreno e da altri vani al piano superiore.
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È assai probabile che il tutto fosse circondato da un fossato.
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Oggi si intravedono qua e là ampi frammenti di muri listati con mattoni, che delimitano settori di ciottoli di fiume lavorati a spina di pesce ed intervallati
da corsi di pietre.
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Soprattutto il corpo nord mostra ancora oggi una interessantissima facciata ricca di questi pregevoli muri che fanno ben comprendere la notevole qualità del complesso.
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Esternamente ai quattro corpi di fabbrica che cingono il cortile, compaiono verso sud alcuni resti murari con struttura a ciottoli appartenenti probabilmente a
qualche antemurale che recingeva il Castello.
Conservazione:
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Oggi mantiene ancora identificabile una parte della sua architettura medievale, sottolineata da una torre d'accesso le cui aggraziate proporzioni non sono state
troppo alterate dai numerosi recuperi e restauri succedutisi negli anni.
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Il complesso è divenuto un po' il simbolo del paese, tanto da costituire la parte centrale dell'odierno stemma municipale.
Storia:
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Il Castello di Landiona fu commissionato da Paolo Caccia intorno al 1280 e subì poi continue divisioni dovute ai numerosi proprietari che lo abitavano, spesso anche
contemporaneamente.
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Il castello ha contrassegnato la vita quotidiana del periodo medioevale.
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Tra il 1277 ed il 1285 il Comune di Novara, per proteggere i suoi confini, inviò cinquecento uomini per potenziare le strutture difensive del villaggio.
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La fortificazione era ambita, non certamente per la sua bassa rendita, ma grazie alla sua posizione strategica a guardia dei guadi del Sesia.
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I Caccia, il cui stemma decora la facciata della torre di ingresso, detta "torre del Tega", ne erano divenuti proprietari dopo numerosi passaggi di proprietà.
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Alla morte di Paolo Caccia si avvicendarono i tre figli Paolo II, Martino e Giulio che si divisero il castello.
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Giulio muore senza eredi.
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Martino vende sottobanco la sua parte di castello a sor Francesco Cattaneo da Sillavengo.
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Paolo II e il figlio Paganino acquisiscono la maggior parte del castello, mentre la parte dei Sillavengo si suddivide ulteriormente in quattro parti tra i parenti.
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Il castello di Landiona perde così la sua funzione militare divenendo una sorta di condominio per nobili e l’intero paese passa di mano a seconda delle sorti della storia.
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Nel 1350 diventa dominio dei Visconti di Milano.
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Attorno al 1361, i territori della provincia
di Novara e anche Landiona furono devastati da una "Societas Anglicorum", ovvero una compagnia di mercenari inglesi guidata dal capitano di ventura Albert Sterz.
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Nel 1450 Francesco Sforza dona il castello ai fratelli Rabozio di Vicolungo.
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Nel 1502 viene venduto ai Suardi, signori del Monferrato e sostenitori del Re di Francia.
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Nel 1620 il castello e tutto il feudo viengono messi all’asta e comprati da Francesco Caccia di Mandello.
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I suoi eredi pur riuscendo a restaurarlo in gran parte, con l’avvento della Rivoluzione Francese, decidono di rivenderlo.
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Nell’Ottocento, il castello di Landiona diventa noto grazie all’avvocato Luigi Vigna da Chivasso che scrive il suo romanzo “Lutalto da Vicolungo” ambientandolo
nel castello.
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