Castello di Casalgiate
Regione Piemonte
Provincia di Novara
Comune di Casalgiate
Documentazione fotografica
Il lato sud, con il rivellino d'entrata con gli scassi dei bolzoni dei ponti levatoio ancora perfettamente visibili.
Il lato sud, con lo sorcio del rivellino ed il fossato ormai interrato, attraversato da un ponte in muratura.
Il lato ovest, con la torre di guardia.
Il lato nord (senza commenti).
Il lato est, completamente ricoperto dalla vegetazione.
In basso a destra, gli sfoghi di uscita dell'acqua del brillatoio per il riso.
La torre nord.
Pianta del castello
Descrizione
Tipologia:
Struttura:
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Il castello ha struttura quadrilatera irregolare con cortile interno ed è dotato di tre torri, di cui una, simulante un rivellino, è posta a protezione dell'entrata
e dotata di due ponti levatoio, passo carraio e posterla pedonale, oggi non più presenti, di cui rimangono gli scassi dei bolzoni ancora perfettamente visibili.
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Tutta la struttura era circondata da un fossato, oggi quasi completamente interrato.
Conservazione:
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Attualmente il castello di Casalgiate è nel più completo degrado e sta cadendo a pezzi.
Storia:
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Il più antico documento pervenutoci che parla del castello, è un atto del 20 giugno 1470, con il quale i figli di Simone Avogadro prendono possesso della eredità paterna.
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Nel 1495, il castello fu al centro di importanti operazioni militari, quando l’esercito di Ludovico il Moro si accampò in zona per assediare i Francesi che occupavano
Novara.
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Nel 1547 Giovanni Filippo Avogadro, iniziò la ristrutturazione del complesso fortificato con scopo di adattarlo alle esigenze agricole.
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Nel 1578 Giovanni Filippo ristrutturò l’ala settentrionale e la dedicò a propria residenza signorile.
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Altri interventi furono compiuti tra XVII e XVIII secolo, finalizzati alla gestione della coltivazione del riso; a tal scopo fu eretta una piccola costruzione con
una ruota in ferro mossa dall’acqua del fossato che serviva un brillatoio per il riso.
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Nel 1695 il re di Spagna Carlo II creò conti i feudatari di Casalgiate.
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Nel 1779 la famiglia con Francesco Avogadro si estinse, lasciando i propri beni, compreso il castello, all’Ospedale Maggiore di Novara, che presi i beni finanziari,
lasciò nel più totale degrado il castello.
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