Castello di Caltignaga
Regione Piemonte
Provincia di Novara
Comune di Caltignaga
Documentazione fotografica
La torre-rivellino, originariamente dotata di cannoniere, ponte levatoio
carrabile e posterla pedonale. Oggi i ponti levatoio sono sostituiti da un ponte
in muratura.
Vista laterale
Descrizione
Tipologia:
Struttura:
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L'impianto si presenta sostanzialmente a quadrilatero con la presenza di un'unica massiccia torre in funzione di rivellino, dotata
di cannoniere, di ponte levatoio carrabile e posterla pedonale.
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La struttura è interamente in mattoni, incorniciata da una merlatura ghibellina collegata verso l'interno da archetti ribassati sui quali poggia il tetto.
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Il fossato, che in passato circondava l'intero edificio, è presente solo su due lati: quello occidentale dove si trova il portale d'ingresso e quello meridionale,
sugli altri lati l'edificio è circondato da un vasto giardino all'italiana.
Conservazione:
- Versa in stato di buona conservazione; abitato dai proprietari, è visitabile solo dall'esterno.
Storia:
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Le prime testimonianze sull'esistenza di un castello risalgono a poco dopo l'anno mille, come testimoniano alcune carte documentali.
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Un documento del 1015 certifica una vendita di immobili nel villaggio compiuta dal conte Riccardo di Caltignaga a vantaggio del Vescovo novarese Pietro II in cui
si parla di un castello in loco.
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In un atto dell'8 settembre 1044, in cui il Vescovo di Novara Riprando effettua una transazione con i figli del fu Albezone da Caltignaga, le due parti si scambiano
degli immobili all'interno del castello, che doveva essere una specie di ricetto.
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Intorno agli anni 1362-63 l'edificio fu danneggiato quando venne espugnato dalle truppe della Compagnia Bianca di Alberto Sterz, assoldata dal marchese Giovanni II
del Monferrato, in lotta contro Galeazzo II Visconti.
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Nel 1449 Francesco Sforza assegnò il feudo di Caltignaga alla nobile famiglia novarese dei Caccia che lo dominarono, salvo alcune interruzioni, fino al 1724.
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I Caccia appena installatisi, si premurarono rimaneggiare il castello, costruendo una rocca, su di una superficie compatta , secondo i dettati della recente
architettura militare, facendogli assumere pressappoco l'aspetto attuale.
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Nel 1524, a seguito, della fallita spedizione contro Novara, l'esercito francese del generale Bonnivet espugnò la rocca e, dopo averla saccheggiata, la incendiò.
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Subito dopo, i Caccia effettuarono importanti interventi di restauro.
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In epoca barocca, persa la funzione militare, la costruzione fu adattata ad abitazione signorile.
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Feudo e castello rimasero alla famiglia novarese sino al 1724, anno in cui morì senza eredi, Vincenzo Caccia da Proh.
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L'otto dicembre Caltignaga fu sequestrata dalla Camera Ducale.
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Gli eredi presentarono ricorso, affermando che il castello non poteva essere devoluto, poiché bene privato della famiglia.
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Il 2 settembre 1725 il Magistrato delle Regie Ducali Entrate Straordinarie ordinò di rilasciare alle donne la rocca, giacché era provato che fosse di proprietà
allodiale, cioè immune da ogni soggezione feudale.
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Nel 1774 il castello venne ereditato dalla nobile famiglia torinese dei Faà di Bruno, alla quale tuttora appartiene.
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