Castello di Barengo
Regione Piemonte
Provincia di Novara
Comune di Barengo
Documentazione fotografica :
Il lato Est
Vista del castello con ai piedi la villa padronale
Descrizione
Tipologia:
Struttura:
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Il castello sorge in posizione strategica, su una collina morenica che delimita a ovest la valle del torrente Agogna, protetto
ai lati da pendii scoscesi e da un fossato nel punto dell'ingresso.
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In origine il complesso era una struttura di ricetto, che assicurava agli abitanti del territorio un rifugio in occasione di
aggressioni esterne ed era costituita da:
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- muri perimetrali eretti con strati in ciottoli di fiume a spina di pesce e da laterizi, sistemi costruttivi in uso nel
Novarese a partire dalla seconda metà del XIV secolo;
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- una torre di avvistamento, che sorgeva nell'angolo di nord-ovest;
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- un pozzo, una chiesa con cimitero e alcune baracche per il deposito dei prodotti della terra, disposti all'interno del recinto.
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Il 20 novembre 1449, Giovanni Zanardo Tornielli ebbe da Francesco Sforza, in pagamento della fedeltà, il titolo di Conte ed il
possesso dei castelli, luoghi, villaggi e cascinali di Barengo, Briona, Solarolo e Maggiora.
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Il "conte" Giovanni Zanardo, fece costruire all'interno dell'antico "castrum" la sua nuova dimora signorile fortificata,
come si addiceva al titolo nobiliare ottenuto.
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Il nuovo complesso occupava un terzo del "castrum" trecentesco e sorgeva nella parte nord.
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Aveva forma planimetrica trapezoidale, con i lati est e ovest paralleli, lievemente sfasati rispetto ai punti cardinali nella
direzione nord-est/sud-ovest, il lato sud della cortina muraria divideva il giardino dal cortile interno, circondato dai corpi di fabbrica disposti ad "U".
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Il precedente tracciato murario di contenimento che avvolgeva la spianata fu modificato, probabilmente, all'inizio del
cinquecento: ispessito, abbassato, scendeva a scarpa e lungo il perimetro il suo andamento si articolava in piazzeforti rettangolari a gola aperta,
secondo le nuove esigenze di balistica militare, al fine di meglio resistere e permettere la risposta al tiro orizzontale delle colubrine e del cannone.
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L'antico torrione mantenne la funzione di avvistamento, e venne coronato da caditoie, per battere dall'alto gli
assalitori. Le aperture laterali erano feritoie disposte per favorire il tiro di fiancheggiamento.
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La cortina ovest molto alta, era dotata di cammino di ronda su contrafforti, e di caditoie ed univa la torre alla Rocchetta, il
corpo più fortificato del castello, a impianto quadrangolare, situato nell'angolo nord del fortilizio.
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Il fronte perimetrale nord, posizionato in obliquo rispetto agli altri, formava un angolo ottuso con la prima, ed era protetto
da un torretta angolare a base quadrata che si snodava all'esterno.
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L'accesso al castello prendeva inizio nell'angolo nord-est del complesso ed era costituito da una sequenza di tre strutture
fortificate disposte lungo il cammino di risalita che si sviluppava ai piedi della cortina di sud-est.
Conservazione:
- Buono stato di conservazione.
Storia:
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La prima indicazione documentaria attestante la presenza di un castrum risale al Trecento.
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La fondazione della fortezza è in ballottaggio tra la famiglia novarese Cavallazzi, quella dei Cattaneo da Momo, ramo da Barengo e quella dei Tornielli.
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L'antica fortezza era molto più vasta della attuale rocca e racchiudeva le residenze del feudatario e dei suoi consanguinei.
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Attorno al 1449 Melchiorre Tornielli, il feudatario del luogo, ottenuta da Giovanni Galeazzo Maria Sforza la riconferma dei
feudi concluse l'edificazione della fortezza, stupendo esemplare di architettura militare del Quattrocento.
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Realizzata quasi interamente in laterizio, all'epoca la fortezza era fondata su un impianto a trapezio irregolare con corte
centrale munito di due torri angolari - oggi perdute - lungo il lato verso ponente, di cui la maggiore ubicata a sud-ovest; l'ingresso principale era
invece originariamente localizzato a nord-est, lungo la testata d'angolo che ha conservato una parte dell'antica torretta cilindrica posta in aggetto e
un tratto di mura merlate; vi si accedeva attraverso un ponte levatoio con doppie caditoie chiuso da saracinesca lignea.
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Alla fine del XVII secolo, Enrico e Giambattista Tornielli di Lorena divennero gli unici feudatari del castello.
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Nel 1730, il figlio di Enrico, non avendo eredi diretti, ottenne dall'imperatore Carlo VI il permesso di porre all'incanto il feudo ed i rispettivi diritti
di dazio, che vennero ceduti alla comunità rurale del paese, che riuscì così a liberarsi definitivamente dalla soggezione feudale.
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Nel 1803 la famiglia Botta acquistò ciò che rimaneva dell'antico castello ormai in gravi condizioni di degrado.
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Nel 1849 la proprietà passò poi ai Mazza, che fecero eseguire nella rocca considerevoli lavori di ricostruzione manomettendo la conformazione dell'impianto originario.
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Intorno al 1920, la rocca e la sua tenuta passarono al conte Gaudenzio Tornielli di Borgolavezzaro, che fece ricostruire il
complesso secondo canoni stilistici neomedioevali.
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Successivamente il castello passò in proprietà alla famiglia Boroli, attuali proprietari del castello.
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