Castello di Agnellengo
Regione Piemonte
Provincia di Novara
Comune di Momo
Documentazione fotografica
Descrizione
Tipologia:
Origini:
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Fondato nel XIV secolo su di un antico convento.
Struttura:
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Edificio quadrangolare interamente in mattoni con alta torre a protezione dell’accesso (Rivellino) e cortiletto interno.
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Complesso sino a fine Ottocento circondato dal un fossato, ora presente solo a nord.
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La torre alta circa 20 metri, con lati di 5.5 metri circa, dotata di colombaia e di campana sorretta da campaniletto sormontato da una banderuola con il trigramma
bernardiniano JHS, che inscritto nel simbolo del sole assumeva un significato benaugurante di pace.
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Il torrione reca dipinto un grande stemma dei Natta d'Alfiano e su di un mattone appare l'iscrizione: "14XX JAN" (gennaio 1420).
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All’interno si posizionano un porticato con archi ribassati e cinque colonne di granito, ampie finestre e undici balconi di ferro battuto, alcuni incorniciati
con stucchi con decorazione sommitale a forma di conchiglia.
- Esternamente figurano grandi finestre rettangolari e un balconcino soprastante il ponte levatoio.
- Gli ambienti interni, adibiti a scopi residenziali, presentano stucchi e affreschi; vicino alla sala grande, volta a meridione, è presente un oratorio privato
con tribuna e posti riservati, dedicato a san Francesco da Paola.
- Ricostruito dopo la distruzione voluta da Galeazzo Visconti l'edificio conserva tracce murarie sicuramente risalenti ai secoli XI - XII, quando
sul sito sorgeva l'importante monastero degli Umiliati, uno dei più antichi delle campagne novaresi.
Conservazione:
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Di proprietà privata, oggi ospita un apprezzato ristorante.
Storia:
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Il toponimo Agnellanum è probabilmente legato ad Agnello, vescovo di Novara nel VI sec, che secondo la tradizione fondò il Comune di Agnellengo; la desinenza "-engo"
denota invece un riferimento alla tradizione celtica comune a altre località limitrofe.
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Nei secoli XI-XII Agnellanum ospitava l'importante monastero misto degli Umiliati, uno dei più antichi delle campagne novaresi, dediti alla lavorazione e al commercio
della lana, i quali utilizzavano l'acqua della vicina Agogna.
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Nel 1466 fu costituita una nuova entità territoriale, che comprendeva Agnellengo, Momo, Savonera, Castelletto. Alzate, Cavaglio d'Agogna, Cavaglietto e Vaprio d'Agogna
e che fu concessa al milanese Cristoforo da Casate.
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Nel 1534 il duca Francesco II Sforza autorizzò l'alienazione del feudo ai fratelli Visconti, già signori di Fontaneto d'Agogna, che smembrarono il feudo in due parti.
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Giovanni Francesco Visconti ebbe giurisdizione su Momo, Agnellengo, Savonera e Cavaglietto; alla sua morte passò ai figli, che nel 1575 lo alienarono alla famiglia
Pernate.
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Nel 1649 i Gesuiti acquisirono il castello e le terre pertinenti, gestendole fino alla soppressione
dell'ordine nel 1773.
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Dal 1779 al 1826 furono proprietari i Natta d'Alfiano di cui rimane dipinto sul torrione il loro stemma.
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Nel 1814 i Savoia ripresero possesso dei territori del novarese e Agnellengo passò definitivamente sotto il loro dominio.
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Nel 1928 con r.d. 26 aprile 1928, n. 1069 i Comuni di Agnellengo e di Alzate con Linduno furono aggregati al Comune di Momo.
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