Castello Avogadro
Regione Lombardia
Provincia di Brescia
Comune di Meano
Documentazione fotografica
Castello Avogadro
Descrizione
Tipologia:
Origini:
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il castello di Meano, a poca distanza dal fiume Oglio, che segnava il confine con il Ducato di Milano, venne concepito come solido luogo di difesa e di controllo.
Struttura:
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Concepito come solido luogo di difesa, a forma pentagonale, circondato da fossato, dotato di solide prigioni e di una torre, servita da una stretta scala che consentiva
il passaggio di un solo armato per volta.
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Del castello principale sono rimasti due lati, quello verso la strada a monte e quello a sera verso il parco.
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I muri, fatti di mattoni rossi scoperti, creano un forte effetto cromatico nel verde della campagna circostante.
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All'estremo del lato di monte vi è un rivellino con portone un tempo protetto da un ponte levatoio, posto su di un fossato, che alimentato da una delle tante rogge
che percorrono il territorio di Corzano circondava tutto l’edificio.
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All'interno un ampio cortile termina nel lato ovest con un portico a cinque arcate a tutto sesto, sostenuto da colonne in pietra bianca e capitelli fogliati.
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Su due colonne sono ancora visibili gli stemmi dei due principali casati proprietari del castello:
- il primo riporta le iniziali di Luigi Avogadro,
- il secondo l'aquila dei Martinengo.
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Verso la metà del XV secolo Pietro Avogadro fa costruire una
nuova chiesa intitolata a Santa Maria della Neve, ma i dipinti che ornano le pareti interne della chiesa sono di recente esecuzione, realizzati da Alberto Ranesi e Giacomo Prandelli all'inizio degli anni Settanta del Novecento.
Conservazione:
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Dal 2000, il
castello è soggetto a restauro conservativo secondo le indicazioni
della Soprintendenza.
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Chiusi i lavori di recupero nel 2015,
il sito diventa esempio virtuoso di officina creativa, incubatore di idee e progetti, vero e proprio luogo pubblico di incontro, usufruibile da tutta la popolazione.
Storia:
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Edificato alla fine del secolo XV dagli Avogadro, patrizi veneti, probabilmente con il ruolo di presidio dei confini di Brescia e della Serenissima, luogo di scontro di
tante battaglie con l'esercito milanese dei Visconti.
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Inizialmente concepito come baluardo di protezione, attorno ad esso sorsero diversi edifici tipicamente legati all'attività agricola, ma nella sua storia non ebbe mai
alcuna attività difensiva e già nel '500 venne adattato a nobile dimora di campagna e per lo più utilizzato come villino di caccia.
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Dal '600 Meano viene indicato come terra esente, e con un abitato avente: 25 fuochi e 600 anime, sotto la giurisdizione dei signori Avogadro (Da Lezze 1610).
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Nel 1733 sembra ascritto alla quadra di Orzinuovi (Mazzoldi 1966).
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Nel 1764 è elencato tra le comunità feudali privilegiate.
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Nel 1766 è citato tra le terre esenti del Territorio bresciano (Elenco comuni Territorio di Brescia, 1766).
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Nell'Ottocento il castello è acquistato dalla famiglia Bozzi, di origini pavesi, che fa restaurare parte dei locali interni e le bellissime cornici in cotto dei finestroni
esterni.
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Attualmente appartiene alla famiglia Terenzi, ereditaria dei beni.
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Notevoli sono le installazioni di arte contemporanea sparse nel borgo, che instaurano uno stimolante dialogo fra tradizione e modernità.
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