Castello o Rocca di Lonato del Garda

Regione Lombardia

Provincia di Brescia

Comune di Lonato del Garda

Documentazione fotografica

La torre Civica

Descrizione

Tipologia:

• Rocca; cittadella militare.

Struttura:

• La fortificazione ha pianta irregolare, con una dimensione di circa 180 per 45 metri.
• L'intero complesso, composto da grossi ciottoli morenici, si presenta come una delle strutture militari più imponenti di tutta la Lombardia.
• E' formata da due corpi posti a livelli diversi:
  • nella parte più alta, la cosiddetta Rocchetta;
  • più in basso, quello che è comunemente denominato il Quartiere Principale.
• Nonostante la lunga dominazione dei Visconti e degli Scaligeri, presenta una merlatura con tipologia guelfa, frutto sicuramente di semplicistici restauri eseguiti in passato.

Conservazione:

• Restaurata

Storia:

• La Rocca di Lonato si erge sulla sommità di uno dei rilievi dell'anfiteatro morenico che domina la parte meridionale del lago di Garda e sovrasta il centro abitato di Lonato del Garda, è stata edificata a partire dal X secolo e da sempre è stata considerata strategica dal punto di vista difensivo.
• La Rocca fu di proprietà dei conti di Montichiari e successivamente degli Scaligeri.
• Dal 1376 passò ai Visconti e Bernabò la potenziò, estendendo le mura a tutto il borgo abitato.
• Nel 1404 Lonato e la sua Rocca passarono ai Gonzaga di Mantova e successivamente alla Repubblica di Venezia.
• Tra il 1509 e il 1515, il territorio tornò in possesso dei marchesi di Mantova ed è di questo periodo il soggiorno nella fortezza di Isabella d'Este, moglie di Francesco II Gonzaga.
• Nel 1797, sotto le sue mura, venne combattuta la sanguinosa Battaglia di Lonato tra l'esercito francese, al comando di Napoleone Bonaparte e l'esercito austriaco, comandato dal feldmaresciallo Peter Vitus von Quosdanovich.
• Con l'Unità d'Italia La Rocca perse il suo interesse militare, venne abbandonata ed entrò in declino sino a divenire un rudere di nessun valore.
• Intorno al 1920 la struttura venne acquistata dal senatore Ugo Da Como, che la cedette alla fondazione che porta il suo nome.

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