Castello Conti Calepio
Regione Lombardia
Provincia di Bergamo
Comune di Castelli Calepio
Documentazione fotografica
Castello Conti Calepio
Descrizione
Tipologia:
Origini:
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L'origine del castello risale all'anno 1430, come riportato da un'incisione sull'arco d'ingresso.
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Inizialmente la struttura fu impostata unicamente per scopi difensivi per trasformarsi poi, con continue aggiunte e modifiche apportate nei secoli, in dimora signorile.
Struttura:
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Il maniero è posto in ottima posizione panoramica sulla valle del fiume Oglio, la quale forma una scarpata che delimita il lato sud e ovest della struttura
mentre gli altri due lati, Nord ed Est, sono invece protetti da un profondo fossato.
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Tutto il perimetro è delimitato da una cinta muraria con merlatura guelfa, più tardi,
quando il maniero divenne residenza signorile, sostituita o integrata con una
ghibellina a coda di rondine.
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Il lato a nord possiede due torri angolari, una di piccole dimensioni ed un'altra a base quadrata, probabilmente già esistente prima della costruzione del castello e
successivamente integrata in esso.
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A fianco di quest'ultima se ne trova un'altra, anch'essa antecedente al 1430 ed inizialmente esterna al castello.
Conservazione:
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L'Ente Ospizio Calepio si occupa della valorizzazione del castello, promuovendo interventi di recupero ed iniziative culturali.
Storia:
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L'origine del castello risale all'anno 1430, come riportato da un'incisione sull'arco d'ingresso.
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Il maniero, inserito nel borgo medievale del paese di Calepio, tuttora perfettamente conservato, venne edificato al posto di un precedente fortilizio che, distante poche
decine di metri in direzione nord-est, fu distrutto dagli attacchi di Niccolò Piccinino nel 1428 e da successivi scontri nel 1437.
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Nel contesto dei suddetti scontri, inseriti nelle lotte tra Milano e Venezia, il conte Trussardo Martinengo, proprietario dell'antica fortezza e di gran parte dei
territori della zona, prese le parti della Serenissima Repubblica di Venezia ricevendo, con la vittoria dei veneziani, l'autorizzazione e l'aiuto economico per la
ricostruzione del castello e l'investitura feudale delle terre della Val Calepio, assumendo quindi il nome di Conti di Calepio, dando il suo nome alla Valle omonima.
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Il figlio di Trussardo, Ambrogio, frate Agostiniano ed umanista, darà alle stampe nel 1502 il “Calepino”, il famoso
Dictionarium latinum stimato e diffuso ben oltre i
confini italiani.
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Inizialmente la costruzione fu impostata unicamente per scopi difensivi per trasformarsi poi, con continue aggiunte e modifiche apportate nei secoli, in dimora signorile.
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Gli interventi maggiori vennero eseguiti tra il XVII ed il XVIII secolo che, cominciati dal conte Orazio da Calepio, videro l'aggiunta di numerose stanze e giardini.
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Nel 1842, in seguito alla morte dell'ultimo discendente del casato, l'intera struttura venne donata all'Ente Ospizio Calepio che si prendeva cura delle ragazze
dei paesi del circondario appartenenti ai ceti meno abbienti.
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Questo ente in seguito, mutate le condizioni sociali ed economiche degli abitanti a partire dalla seconda metà del XX secolo, abbandonò la sua missione originale per
occuparsi della valorizzazione del castello, promuovendo interventi di recupero ed iniziative culturali, tra cui quella dedicata ad Ambrogio Calepio.
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