Castello di Brescia o Rocca del Cidneo
Regione Lombardia
Provincia di Brescia
Comune di Brescia
Documentazione fotografica
il portale monumentale cinquecentesco, attribuito a Giulio Savorgnan, con i bastioni di San Faustino (a sinistra) e di San Marco (a destra).
Il bastione di San marco
i due leoni in pietra dello scultore Domenico Ghidoni.
vista della rocca
Il bastione di San Faustino
la torre di mezzo
La Rocca :
il ponte levatoio trecentesco e la torre dei Prigionieri
i contrappesi dei bolzoni per il sollevamento del ponte levatoio
la torre dei francesi
Il fortino del Soccorso ed in alto la torre Coltrina
Collegati tramite una ripida scala, larga circa 4,5 metri e protetta da un'alta muraglia con spessore anche superiore ai 4 metri.
La pianta della fortezza
Descrizione
Tipologia:
- Castello - Rocca, più propriamente è un complesso di fortificazioni difensive.
Struttura:
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Il complesso del Cidneo, occupa un'area di circa 300x250 metri ed è uno dei castelli più grandi d'Italia.
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Al castello si accede tramite un imponente portale monumentale cinquecentesco, attribuito a Giulio Savorgnan e realizzato su ispirazione delle forme di architettura
militare di Michele Sanmicheli, ornato da un grande Leone di San Marco e dagli stemmi dei rettori veneti.
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Ai lati si possono ammirare i bastioni di San Faustino (a sinistra) e di San Marco (a destra).
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Varcato l'ingresso, seguendo il percorso a destra si raggiunge il bastione di San Pietro, incontrando anche un pozzo cinquecentesco, vicino al quale si trovano due
leoni in pietra dello scultore Domenico Ghidoni.
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Seguendo il percorso di sinistra, invece, si nota prima il campanile dell'ex-santuario di Santo Stefano Nuovo, quindi si costeggia la palazzina Haynau, così chiamata
poiché da qui, nel 1849, il maresciallo asburgico Julius Jacob von Haynau diresse le operazioni militari contro l'insurrezione bresciana.
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Sul vasto piazzale sopra il bastione di San Faustino è posta una caratteristica locomotiva a vapore, uno dei simboli del Castello, che all'inizio del Novecento svolgeva
il tragitto Brescia-Edolo.
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Sulla destra, presso la lunga palazzina degli ufficiali, si ha l'imboccatura della strada del Soccorso.
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Oltre si incontrano gli edifici del Piccolo Miglio, oggi sede espositiva, e del Grande Miglio, dove è ospitato il Museo del Risorgimento.
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È qui anche l'ingresso al passaggio coperto che porta alla quattrocentesca torre Coltrina.
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Salita la rampa si giunge alla cinta trecentesca con ingresso dotato di doppio ponte levatoio: sulla destra si eleva la torre dei Prigionieri.
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Procedendo a sinistra si costeggia il mastio, dentro la cui parete si possono ancora oggi notare tracce di merlatura ghibellina.
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Si giunge infine ai giardini settentrionali, con a sinistra la sommità della torre Coltrina, al centro la fossa dei Martiri (dove nel 1945 furono fucilati alcuni
esponenti della Resistenza) e a destra, la torre dei Francesi.
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Dal ponte levatoio trecentesco si raggiunge la sommità della rocca con il piazzale della Torre Mirabella.
Conservazione:
- Avendo sempre avuto una specifica funzione militare, non ha subito i rimaneggiamenti rinascimentali propri dei castelli feudali,
trasformati in residenze signorili.
Storia:
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NLa Rocca del Cidneo, come oggi la vediamo, venne costruita a partire dal 1337, durante la dominazione viscontea.
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I primi insediamenti sul Cidneo, risalgono all'età del bronzo, ma la prima vera costruzione fu un piccolo tempio dedicato al dio celtico Bergimus.
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I romani alla fine del I secolo a.C. ne inserirono il perimetro all'interno delle mura cittadine di Brixia, successivamente sul colle eressero un tempio monumentale
che aveva pressoché le dimensioni del mastio visconteo.
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In epoca cristiana venne eretta una grande basilica dedicata a Santo Stefano, demolita nel XVIII secolo dallo scoppio di una vicina polveriera.
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Della basilica rimane oggi solo una torre, nota come torre Mirabella.
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Durante l'alto Medioevo vennero erette fortificazioni varie, di cui non si hanno notizie certe.
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Tra il 1237 ed il 1254 venne realizzato l'allargamento della cinta muraria che diede a Brescia l'aspetto che l'avrebbe caratterizzata fino alla fine del XIX secolo.
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Nel 1337, durante la dominazione viscontea, si ha la nascita della Cittadella Nova, una cinta muraria che partendo dal Mastio inglobava al suo interno gli edifici
del potere ecclesiastico e civile della città.
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Il mastio a sua volta, fu circondato da un sistema difensivo costituito da mura con sei torri, collegate da passaggi coperti e con accessi protetti da ponti levatoio.
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Come via di fuga verso nord, venne tracciata la strada del Soccorso, poi ampliata nel Cinquecento.
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Nel 1426 Brescia, dopo la lunga guerra contro i milanesi passò sotto il dominio della Repubblica di Venezia, che ristrutturò le fortificazioni cittadine duramente
colpite.
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Nel 1466 Venezia diede atto ad una completa revisione delle mura cittadine, che furono abbassate e circondate con terrapieni e fossati, le torri vennero modificate
passando da struttura a pianta quadrata ad una a pianta circolare.
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Nel 1509 l'esercito francese sconfisse quello veneziano e si impossessò di Brescia e del suo castello; sotto il dominio francese, vennero intrapresi nuovi lavori di
ampliamento e rinforzo delle mura che però non furono mai completati.
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Il 21 febbraio del 1512, Venezia riprese la città e la sottopose a sacco.
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Con il ritorno dei veneziani, si procedette a terminare i lavori, per colmare i difetti emersi durante la guerra:
- ampliamento della Strada del Soccorso,
- costruzione di una nuova cinta bastionata,
- realizzazione dei baluardi di san Pietro, san Marco e san Faustino e successivamente quello della posterla,
- costruzione di edifici per il deposito delle vettovaglie, di forni, caserme, edifici religiosi, cisterne e polveriere.
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Con lo spostamento sull’Adda della linea di frontiera con Milano, Bergamo diventa il nuovo punto strategico e termina l'importanza del castello di Brescia, che da questo
momento non verrà più coinvolto in attività belliche, dando inizio alla sua decadenza.
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Nel 1796, Napoleone, dato lo stato della Rocca, non ebbe difficoltà a conquistare Brescia dopo la capitolazione della Repubblica di Venezia.
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Sia sotto il dominio francese, che austriaco, il castello non subì migliorie ne danneggiamenti e fu utilizzato come prigione e caserma.
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Nel 1859 le truppe franco-piemontesi conquistarono Brescia, ma il castello continuò a essere utilizzato come semplice carcere militare.
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Poco tempo dopo il comune acquistò il colle dando il via all’opera di restauro, che portò allo snaturamento militare della fortezza rendendola centro di svago e
sede di eventi pubblici.
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